VITERBO - Anche nella provincia di Viterbo sono in aumento i focolai di 'blue tongue', la malattia virale trasmessa da insetti 'culicoides' che colpisce i ruminanti domestici in particolare gli ovini. La Asl di Viterbo e l'Istituto zooprofilattico, al fine di evitare il propagarsi incontrollato della malattia, hanno divulgato una nota informativa sulle corrette misure di prevenzione contro la febbre catarrale degli ovini coinvolgendo anche le pubbliche amministrazioni.
'La blue tongue - spiega la Asl - è una malattia virale che negli ovini può manifestare una grave sintomatologia clinica, con febbre, edemi, ulcere del cavo orale, zoppìa. Tuttavia essa non rappresenta un pericolo per la salute dell'uomo neanche nei prodotti alimentari derivati. Dunque carne, latte e formaggi sono sicuri'.
Ad oggi non esiste una terapia specifica mirata, se non l'adozione di corrette misure di prevenzione, tra cui la vaccinazione, e pratiche gestionali volte a diminuire il rischio di contagio. Dall'inizio dell'anno sono circa una decina i focolai di febbre catarrale registrati nella Tuscia. Quelli più recenti hanno riguardato i comuni di Valentano, Tuscania, Bomarzo, Acquapendente, Bagnoregio, Lubriano e Farnese. Le associazioni di categoria stanno seguendo con attenzione l’evolversi della situazione, evitando allarmismi, in un settore che conta circa 300-350 mila capi di ovini, quasi il 50% dell'intero patrimonio ovicaprino laziale.
Lo scorso 3 luglio si è riunito presso la regione Lazio il Tavolo delle rappresentanze agricole per affrontare l’emergenza sanitaria. L’assessore regionale all'agricoltura Righini ha annunciato l’attivazione di aiuti per indennizzare le perdite e coprire i costi di smaltimento delle carcasse. Una aiuto importante, seppur minimo, per ammortizzare i costi visto che, a differenza degli anni passati, la vaccinazione non viene più finanziata dallo Stato ma è a carico degli allevatori stessi.
I FOCOLAI DI LINGUA BLU - La Blue tongue è presente nel Lazio già dagli inizi del millennio, con ondate epidemiche ricorrenti che tendono a manifestarsi a intervalli di alcuni anni. Nel biennio 2013-2014 con la diffusione del sierotipo BTV-1 furono segnalati 400 focolai. Nel 2016-2017 ne furono registrati 60. La recrudescenza dell'infezione a partire dal 2024 ha attivato le attività di controllo e prevenzione delle Asl di appartenenza per evitare i danni causati da malattia che vanno da un calo delle produzioni animali, perdita di costi e impennata di costi per i trattamenti. La vaccinazione, a differenza degli anni passati, non viene più finanziata dallo Stato, ma è carico degli allevatori.