

BASSANO ROMANO - Un nuovo caso che sfiora l’assurdo scuote Bassano Romano: una donna di 94 anni, disabile e costretta in carrozzina, e suo figlio di 58 anni si sono visti cancellare la residenza dal Comune per la seconda volta in un anno. Una decisione che, secondo l’uomo che si prende cura quotidianamente dell’anziana, sarebbe stata adottata senza alcun preavviso e in violazione delle procedure previste dalla legge. A segnalare il fatto è Carlo Leoni dell’Associazione ACDC.

Il precedente e il nuovo caso
L’episodio ricorda quanto accaduto un anno fa, quando la residenza della famiglia fu rimossa e poi ripristinata dopo il ricorso presentato al Prefetto, accolto nel gennaio 2025. In quell’occasione, il provvedimento del Comune venne giudicato viziato nella forma e quindi annullato.
Nonostante il precedente intervento, la famiglia si è trovata nuovamente in una situazione analoga. Il figlio racconta di aver scoperto la cancellazione della residenza solo pochi giorni fa, mentre stava cercando di rinnovare l’annuale scelta del medico di base per la madre. All’ASL gli è stato riferito che la 94enne risultava “irreperibile”, impedendo così la procedura.
L’assenza di comunicazioni e il riferimento alla norma
Recandosi in Comune, l’uomo ha appreso che la cancellazione della residenza era stata registrata il 15 settembre 2025, senza alcuna notifica alla famiglia. Un dettaglio rilevante, poiché la normativa stabilisce che il provvedimento debba essere comunicato all’interessato e che la cancellazione diventi effettiva solo dopo un anno.
L’articolo 11 del regolamento anagrafico (D.P.R. 223/1989) prevede infatti che la rimozione dall’anagrafe possa avvenire solo dopo “ripetuti accertamenti opportunamente intervallati” che confermino l’effettiva irreperibilità della persona — condizione che, secondo la famiglia, non sussiste, dato che la loro dimora è nota agli uffici comunali.
Le conseguenze e la denuncia
La perdita della residenza comporta gravi ripercussioni: sospensione dell’assistenza sanitaria, impossibilità di ottenere farmaci, invalidità della tessera elettorale, perdita delle agevolazioni fiscali e dei bonus sociali su luce, acqua e gas, oltre all’impossibilità di richiedere la carta d’identità.
“È un comportamento incomprensibile e discriminatorio, ancora più grave perché colpisce una persona anziana e disabile”, denuncia il figlio. Per questo motivo ha presentato un’istanza urgente al Comune, al Prefetto e al Tribunale di Viterbo chiedendo l’annullamento immediato della cancellazione in autotutela.
L’appello alle istituzioni
La vicenda riaccende il tema del dialogo tra enti pubblici e cittadini. “Sarebbe auspicabile un confronto chiaro e diretto tra istituzioni e famiglie, per evitare disagi così ingiustificati”, conclude l’uomo, in attesa che la situazione venga nuovamente riesaminata dalle autorità competenti.