ANNO 14 n° 119
''Auspico che dal 5 marzo la Regione
abbia un nuovo presidente''
Intervista a Daniele Sabatini in corsa per la riconferma a consigliere regionale
19/02/2018 - 06:53

Due settimane. E’ il tempo che rimane ai candidati per convincere gli elettori a recarsi alle urne domenica 4 marzo. Si vota per eleggere i rappresentanti al Parlamento e alla Regione.

Molti i candidati in lizza nel Lazio per conquistare un posto da consigliere regionale. Della precedente legislatura a mettersi in gioco per la riconferma sono solamente in tre: Silvia Blasi del Movimento 5 stelle, Enrico Panunzi del Pd e Daniele Sabatini di Forza Italia. Li abbiamo intervistati e a partire da oggi proponiamo le loro dichiarazioni.

Iniziando da Daniele Sabatini, al secondo posto nella lista di Forza Italia che candida a presidente Stefano Parisi.

VITERBO – (aml) Daniele Sabatini, classe 1983, in Regione ha ricoperto il ruolo di vice presidente della commissione consiliare speciale riforme istituzionali e di componente della VIII commissione (agricoltura, artigianato, commercio, formazione professionale, innovazione, lavoro, piccola e media impresa, ricerca e sviluppo economico) e della III commissione (vigilanza sul pluralismo dell’informazione).

Una candidatura sofferta arrivata, per usare un termine calcistico, in zona Cesarini, perché?

''Una candidatura che comunque conferma il lavoro di questi anni, l’impegno in Regione da unico rappresentante del centrodestra della provincia di Viterbo, un compito impervio perché il partito democratico schierava quattro parlamentari e due consiglieri regionali quindi per essere stato un sei contro uno tutto sommato credo di aver svolto un’attività al servizio della città e del territorio. Naturalmente c’è ancora tantissimo da fare. Noi abbiamo portato avanti un lavoro all’opposizione duro e senza sconti al presidente Zingaretti più occupato a diffondere la cultura dell’occupazione delle poltrone rispetto all’attenzione al territorio. Ci auguriamo che abbia già iniziato a preparare le valigie e che dal 5 marzo la giunta regionale abbia un nuovo presidente''.

Una competizione che si presenta particolarmente complicata sia per la legge elettorale che per il numeroso drappello di viterbesi candidati a consiglieri regionali, come la vive?

''Quando c’è partecipazione è sempre qualcosa di positivo perché evidentemente maggiore è l’elettorato passivo forse più ampia è l’offerta politica anche su un territorio come il nostro. C’è anche da dire che in virtù della legge elettorale regionale particolarmente complessa, purtroppo molto più di quella nazionale che comunque non è semplicissima, nella nostra provincia, nella circoscrizione di Viterbo saranno 2-3 i seggi spettanti ai nostri rappresentanti probabilmente dei 3 partiti principali: Pd, Forza Italia e Movimento 5 stelle. Di fatto quindi la partita si andrà a definire sulle tre liste principali. Noi siamo candidati in una di queste e cercheremo di dare il massimo contributo affinché la lista possa crescere e soprattutto che il nostro territorio possa continuare ad avere un rappresentante del centrodestra in consiglio regionale''.

Quali sono le priorità che caratterizzano il suo programma elettorale?

''La priorità delle priorità credo sia quella della sanità. In questi anni è stato privilegiato un percorso, un approccio tendente ad annunciare risultati che poi non sono mai arrivati. L’esempio incredibile, ma purtroppo vero, è quello del rientro dal commissariamento quindi dal rientro del deficit sanitario. E’ stato divertente, chiaramente detto in senso ironico, osservare come il presidente Zingaretti assieme al ministro Lorenzin tra fine novembre e i primi di dicembre dello scorso anno abbiano annunciato che per il 31 dicembre ci sarebbe stata la fine del commissariamento. Tutto vero, peccato che si tratti del 31 dicembre 2018. Quindi l’uscita dal commissariamento avverrà dal 1 gennaio 2019. Un annuncio dato con un anno e mezzo di anticipo rispetto a quello che sarà un risanamento della regione Lazio. E’ dunque evidente che Zingaretti non sia riuscito a rientrare dal debito della sanità. Al di là di questo, che ai cittadini interessa fino a un certo punto, restano le grandi incompiute sia in ambito sanitario con riferimento alle strutture, agli ospedali e alle infrastrutture sanitarie sia soprattutto rispetto ai servizi e alle prestazioni sanitarie. Resta il tema delle liste d’attesa che non è stato mai realmente affrontato da Zingaretti come dimostra il fatto che siamo arrivati al quarto programma straordinario di tentata risoluzione delle liste di attesa: in 4 anni quattro programmi straordinari. E’ evidente che Zingaretti ammette lui stesso che i primi tre abbiano fallito. Peccato che i quattro programmi straordinari ci siano costati diverse decine di milioni di euro. C’è una mobilità passiva importantissima: i nostri cittadini si vanno a curare, quando possono, fuori; c’è quello che è il piccolo grande scandalo dell’intramoenia, una prestazione chiesta attraverso l’intramoenia viene svolta in tempi molto diversi rispetto a prestazioni che possono anche prevedere dai 240 ai 280 giorni di attesa. E tutto questo appartiene a una regione che vuole definirsi civile. Poi il tema della gestione dei rifiuti mai realmente affrontato. Viterbo continua ad essere la pattumiera di territori limitrofi e non c’è mai chiarezza su tempi, modi, quantità di conferimento dei rifiuti. E ancora: il tema dei trasporti e quello, tra le grandi priorità, delle infrastrutture. Un passo avanti, e questo credo sia stato merito di tutto il consiglio regionale compresa l’opposizione del territorio, è stata compiuto per la Orte-Civitavecchia. Finalmente è ripartito il cantiere fino a Monte Romano, i lavori stanno proseguendo, ora manca l’ultimo stralcio e la regione Lazio avrà, insieme agli altri enti locali, il compito di portarla a compimento''.

Lei è un consigliere uscente. Come valuta il suo operato di questi 5 anni?

''Proprio l’ultimo tema, quello della Orte-Civitavecchia, credo sia un fiore all’occhiello del nostro operato. Perché di fronte allo scandalo di un’infrastruttura rimasta incompiuta per 40 anni essere riusciti concordemente ad altri consiglieri regionali, anche di altre parti politiche, e in contrasto con i soliti gufi che a livello locale tentavano di bloccare, per l’ennesima volta, questa opera la nostra determinazione ha fatto sì che si andasse avanti senza indugio e che il penultimo stralcio Cinelli-Monte Romano, già per buona parte finanziato dalla precedente giunta di centrodestra, trovasse non soltanto le risorse ma anche lo sblocco amministrativo e burocratico tanto che il cantiere è attivo e sta andando avanti a ritmi molto più soddisfacenti di quanto si potesse immaginare. Per il resto abbiamo portato le istanze del territorio nella vicinanza ai nostri comuni, alle amministrazioni locali che hanno vissuto con sofferenza alcuni momenti duri di questa legislatura e quella che è stata la vicinanza, credo più importante, nei confronti dei giovani con misure importanti. Abbiamo lavorato per la riproposizione di Fondo Futuro, il programma regionale che dà credito alle imprese anche e soprattutto dei giovani; portato avanti quello che è lo strumento della Garanzia giovani proprio per tentare di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro; abbiamo anche tentato di superare le storture di un progetto che partiva, in una prima fase, con più difficoltà burocratiche che incentivi. E ancora: aiuti alle piccole e medie imprese, start up giovanili innovative e anche nell’ambito della cultura, e il tema dell’agricoltura che nella regione e soprattutto sul nostro territorio, a vocazione agricola, assume una grande importanza. Abbiamo tentato di semplificare quella che è la grande burocrazia legata al Psr, il piano di sviluppo rurale 2014-2020 ricco di opportunità ma difficilmente applicabile. Abbiamo tentato di sburocratizzare, anche attraverso contrasti ad enti nazionali che hanno l’obbligo di liquidare in tempi celeri, più celeri di quanto sia in questo momento, le spettanze per i nostri agricoltori, per i nostri allevatori''.

Il giudizio sul suo operato alla Pisana è dunque positivo?

''E’ positivo se consideriamo il 6 contro 1 che ho citato all’inizio perché credo che il tema della rappresentanza sia stato comunque portato avanti con serietà. Poi non compete a me dare una valutazione sul mio operato spetterà agli amministratori, ai sindaci e soprattutto ai cittadini di questa regione e del nostro collegio della provincia di Viterbo esprimere un giudizio. Cinque anni fa, da giovane sbarbatello ho avuto questa opportunità importante di correre per la regione Lazio. Dopo un quinquennio di lavoro intenso qualcosa poteva certamente essere fatta meglio però credo di potermi presentare serenamente al giudizio, al vaglio, alla valutazione degli elettori''.

Si vuole sbilanciare in una previsione per quanto riguarda Sabatini il 4 marzo?

''Il 4 marzo Daniele Sabatini proverà a portare avanti il lavoro, già iniziato dall’opposizione, magari dai banchi della maggioranza del consiglio regionale della Pisana''.






Facebook Twitter Rss