ANNO 15 n° 119
Aumento delle morti sul lavoro in Italia
Nel primo bimestre del 2025, il numero di decessi sul lavoro in Italia cresce del 16%, con il Lazio in 'zona gialla'
Giulia
08/04/2025 - 07:04
di Giulia Ortenzi

VITERBO - Seconda quanto riportato dall’ Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, nel primo bimestre del 2025, le morti sul lavoro in Italia sono già salite a 138, con un incremento del 16% rispetto al 2024. Nel Lazio, la situazione resta preoccupante, con la regione classificata in 'zona gialla' per il rischio infortuni mortali. Sebbene non tra le più colpite, la provincia di Viterbo presenta comunque segnali allarmanti, soprattutto nei settori agricolo e industriale.

La regione Lazio occupa il 13° posto nella graduatoria in base all'indice di incidenza, con un valore di 3,3 morti ogni milione di occupati. Il numero di decessi registrati è 8, che rappresentano il 7,9% del totale. Per quanto riguarda la provincia di Viterbo, essa si colloca al 25° posto con un indice di 7,9, registrando un solo caso.

Il Lazio, a febbraio 2025, si trova in una situazione di 'zona gialla' con un’incidenza di infortuni mortali che si colloca tra il 75% e il 100% della media nazionale. Sebbene non appartenga alle regioni più colpite, come Basilicata, Umbria, e Trentino-Alto Adige (in zona rossa), la regione non è immune dal fenomeno, che continua a mietere vittime. Nella provincia di Viterbo, un'area che vede una forte presenza nei settori agricoli, edili e dei servizi, si registrano anche infortuni mortali che vanno ad aggiungersi a una già preoccupante statistica regionale.

A livello nazionale, i settori più colpiti dalle morti sul lavoro sono i trasporti e magazzinaggio, seguiti dalle attività manifatturiere. Anche nel Lazio questi settori risultano essere tra i più a rischio. Le attività agricole, spesso gestite da piccole e medie imprese, presentano problematiche legate alla sicurezza, non sempre adeguatamente monitorate, specialmente durante la raccolta e la movimentazione dei prodotti. Un altro dato preoccupante riguarda l’età dei lavoratori. La fascia d’età più a rischio risulta essere quella compresa tra i 55 e i 64 anni, seguita dai lavoratori ultrasessantacinquenni. L’esperienza lavorativa non è sufficiente a proteggere i lavoratori più anziani, che continuano a essere vulnerabili a incidenti, specialmente in settori ad alta intensità di fatica come l’edilizia e l’agricoltura.

La provincia di Viterbo, pur trovandosi in una situazione di 'zona gialla', non può sottovalutare il fenomeno crescente degli infortuni mortali sul lavoro. Il settore agricolo, che è uno dei principali motori dell'economia provinciale, è infatti caratterizzato da rischi elevati. Le condizioni di lavoro, la gestione di attrezzature agricole, e la mancanza di formazione adeguata contribuiscono all'alto numero di infortuni. La stessa attenzione deve essere rivolta al settore delle costruzioni, che nella provincia ha visto aumentare negli ultimi anni il numero di attività edilizie, con un conseguente impatto sulla sicurezza.

Secondo quanto riportato dall’ Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, le autorità competenti, le imprese e i sindacati sono chiamati a una maggiore responsabilità per invertire questa tendenza. È urgente promuovere campagne di sensibilizzazione, formazione sui rischi specifici dei vari settori e monitoraggio continuo delle condizioni di sicurezza, per garantire che il dramma delle morti sul lavoro non diventi una tragica costante nel Lazio e in tutta Italia.






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