ANNO 15 n° 120
ASL Viterbo, caos al Distretto C: 'Silenzi, presunti favoritismi e abusi'
Filippo Perazzoni: 'Clima tossico e violazioni. Chi controlla i controllori?'
25/04/2025 - 06:07

di SDA

CIVITA CASTELLANA - Una gestione definita “inaccettabile” e “lesiva della dignità dei lavoratori”. Il Sindacato CISAS rompe il silenzio e porta alla luce una serie di comportamenti gravemente scorretti attribuiti al Coordinatore Infermieristico del Distretto C dell’ASL di Viterbo, chiedendo con fermezza la revoca immediata della posizione organizzativa o, in alternativa, il trasferimento ad altra unità non operativa.

Il sindacato punta il dito contro una lunga lista di violazioni, omissioni e condotte discriminatorie, che – a loro dire – hanno trasformato l’ambiente lavorativo in un contesto opprimente e disfunzionale.

Il Coordinatore, figura chiave nella gestione dei servizi infermieristici, sarebbe di fatto assente dai reparti, ignorando completamente le funzioni di pianificazione, supporto e guida del personale. “Nessuna riunione di équipe, nessuna condivisione degli obiettivi, nessun confronto con gli operatori – si legge nella denuncia –. Eppure si pretende di valutarne le performance?”.

La gestione dei turni viene descritta come arbitraria e discriminatoria: alcune infermiere sarebbero costrette a sostenere sistematicamente turni pomeridiani o festivi, mentre ad altre viene garantita la fascia mattutina senza rotazione, indipendentemente da esigenze familiari o condizioni di salute. In almeno due casi, infatti, il personale con figli piccoli o patologie invalidanti non riceverebbe il trattamento previsto per legge.

Le testimonianze raccolte parlano di un clima lavorativo intollerabile: urla nei corridoi, atteggiamenti intimidatori, ammonizioni ripetute e arbitrarie a chi è già fragile. “Due infermieri con gravi patologie – si legge nella nota – sono stati più volte ripresi per assenze legate a malattia. Altri si sono visti negare ferie o richieste compatibili con i carichi familiari”.

Un contesto che avrebbe spinto almeno tre unità infermieristiche a chiedere e ottenere il trasferimento in altri distretti. Una operatrice ha persino rinunciato inizialmente a firmare la valutazione ricevuta, salvo poi cedere “per il bene del reparto e per evitare ritorsioni”.

Il sindacato rimarca con forza la differenza tra leadership e autoritarismo. “Un Coordinatore non è un capo che impone, ma un manager che gestisce, ascolta, organizza. Qui siamo davanti all’esatto opposto: assenza di comunicazione, nessun supporto al team, gestione personalistica del servizio e totale disinteresse per la qualità dell’assistenza”.

La figura dirigenziale intermedia (Direttore di Distretto facente funzioni) sarebbe presente solo un giorno a settimana, e secondo il sindacato, “incapace di esercitare un controllo effettivo. Quando il gatto non c’è, i topi ballano”.

Alla luce delle numerose segnalazioni e della documentazione in possesso, il Sindacato CISAS richiede formalmente la sospensione o revoca dell’incarico di Coordinatore Infermieristico nel Distretto C, oppure il trasferimento ad altra struttura non operativa.

“In caso di mancato intervento – si legge nella nota firmata dal Segretario Regionale F.M. Perazzoni – ci rivolgeremo alle autorità competenti per valutare azioni legali a tutela dei diritti degli operatori sanitari e degli utenti stessi.”

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