VITERBO - Siamo alle solite, ogni pochi giorni si ripresenta il problema del valore di arsenico superiore ai parametri di legge nelle acque del viterbese e così arriva l'ennesima ordinanza di non potabilità, peraltro sempre tardiva.
Ogni volta è la stessa storia: il Sindaco emette l'ordinanza di non potabilità e poi ognuno si arrangi come può.
Vorremmo far presente che il compito del Sindaco, responsabile della salute pubblica, non termina con l'emanazione dell'ordinanza di non potabilità ma, attraverso il gestore, è tenuto contestualmente a rifornire di acqua potabile la popolazione, gli edifici pubblici come scuole e uffici, gli esercizi commerciali e non da ultimo le fasce disagiate come disabili, anziani, donne in gravidanza.
Non si può pubblicare una ordinanza di non potabilità in ritardo e attendere che gli interventi tecnici riconducano alla potabilità senza prendere nel frattempo alcun provvedimento.
C'è poi in questa vicenda un aspetto ancor più inquietante.
Anche in tempi ordinari, ovvero quando non vige una ordinanza di non potabilità dell'acqua, se consultiamo il sito della ASL ci accorgeremo che i valori di arsenico nelle acque sono costantemente ai limiti , si parla di 9 o 10 microgrammi/litro. Questo significa che si tratta di un problema sistemico che non si risolve con il rientro dei parametri nei limiti di legge, ma che rivela una esposizione prolungata della popolazione a valori molto alti di arsenico con pericoli per la salute.
Più volte è stato lanciato questo inascoltato allarme sia da questo comitato sia da Isde - Associazione Medici per l'Ambiente. Le notizie di decessi sul nostro territorio per malattie oncologiche che colpiscono anche persone giovani sono sempre più preoccupanti.
E quindi ci chiediamo: perché la popolazione della Tuscia deve subire questa vessazione quando sappiamo che i sistemi per depurare l'acqua esistono?
Cosa hanno fatto in questi anni i Sindaci oltre alle ordinanze di non potabilità?
Cosa ha fatto il Presidente dell'ATO ?
Stiamo pagando da anni bollette esorbitanti senza ricevere un servizio adeguato e con il rischio di ammalarci.
Abbiamo il diritto di conoscere i motivi di questo disservizio e i progetti per restituire stabilmente alla popolazione un'acqua di qualità.
Chiediamo con urgenza al Sindaco di Viterbo e al Presidente dell'ATO di dare risposte concrete alla popolazione e convocare con urgenza un consiglio straordinario del Comune di Viterbo e dell'ATO.
Comitato non ce la Beviamo