ANNO 14 n° 118
Arlena di Castro: riparte la ''rivolta'' contro la discarica di rifiuti plastici
La Provincia di Viterbo ribadisce il no all'impianto
25/09/2023 - 06:54

di Giovanni Masotti

ARLENA DI CASTRO - L'estate non ha spento i venti di 'rivolta' che serpeggiano da fine maggio-primi di giugno contro quella che viene considerata da una larga fetta della Tuscia come una grave ferita all' ambiente e al paesaggio oltre che un pesante impaccio alla viabilità della zona. Il 'processo' imbastito contro la realizzazione della mega discarica per i rifiuti plastici e marini di Arlena di Castro, tranquillo (finora) paesino di ottocento anime, si arricchisce continuamente di nuovi elementi e di nuove iniziative, tutte tese a convincere - o a 'costringere' - la Regione Lazio a interrompere l' iter procedurale in atto che porterebbe alla nascita dell' ecomostro, spauracchio delle popolazioni dell' area, che lo percepiscono come un vero e proprio colpo da ko da prevenire.

Contro la realizzazione sono schierati i Comuni di Tuscania, Canino, Tessennano, Piansano, la Provincia di Viterbo, un combattivo Comitato dei cittadini che opera attivamente ad Arlena sul 'luogo del delitto' e che, recentissimamente, ha presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro il sorgere del vasto e complesso impianto.

Durante l' estate era intanto stato varato il ricorso al Tar da parte del Comune di Tuscania, cui si vanno aggiungendo via via altre adesioni, ed era giunto il distinguo della Presidente della Commisione regionale Ambiente Valentina Paterna che sollecitava la sospensione dell' autorizzazione della Pisana al mega progetto, mentre sopravveniva la costituzione di parte civile dell' Avvocatura dello Stato contro lo stesso bersaglio.

Insomma una sfilza di bastoni tra le ruote alla costruzione della gigantesca piattaforma alimentata da una serie di diversi soggetti, tutti quanti decisi come non mai a stoppare la discarica fortissimamente voluta dalla precedente giunta regionale, quella guidata dal Pd Zingaretti.

Sostenitore convinto della battaglia, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, ci spiega che da una parte l' ente da lui guidato 'ha scritto al presidente della Regione Francesco Rocca per chiedere un' audizione e la sospensione dell' iter procedurale che darebbe il via all' impianto e che, allo stesso tempo, la Provincia sta operando per allinearsi al ricorso in atto del Comune di Tuscania, auspicando che esso venga accolto'.

Insomma un fuoco concentrico, che ha la sua punta di diamante ad Arlena di Castro da dove l'animatrice del Comitato dei cittadini Miranda Bocci dichiara tutta l' intenzione di portare avanti la lotta tra raccolte di firme e atti amministrativi e giudiziari.

'Noi andiamo avanti perché abbiamo le carte in regola - sottolinea - Nulla di quello che andiamo sostenendo è contestabile. Vorremmo che anche il Ministero della Cultura si unisse al nostro rifiuto e desse così ancora più autorevolezza alla nostra battaglia. Aspettiamo le sentenze con fiducia e non ci fermiamo un attimo. Questo scempio non deve compiersi'.

E intanto Forza Italia continua a chiedere un consiglio comunale straordinario ad Arlena di Castro - dopo quello infuocato di fine luglio - con l'intento di ribaltare la delibera con cui, nel 2020, il sindaco Publio Cascianelli e la maggioranza dissero sì all' impianto. E già: per assurdo proprio il Comune di Arlena è l'unico favorevole alla discarica sul proprio territorio tra i 35 Comuni della Tuscia. Un harakiri. Un fatto davvero surreale, che prima o poi andrà chiarito. E risolto.






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