VITERBO - (Ale.Sor.) Il no al deposito unico di scorie nucleari arriva sui tavoli dell'assemblea capitolina. Nella giornata di oggi è stata presentata una mozione a firma dei consiglieri Virginia Raggi, Alessandro Luparelli, Linda Meleo, Michela Cicculli, Paolo Ferrara, Valeria Baglio, Daniele Diaco e Ferdinando Bonessio, del Movimento cinque stelle. Sinistra civica ecologista e Pd, per impegnare il sindaco Roberto Gualtieri e la sua giunta a contrastare la costruzione del deposito nazionale ampio 150 ettari nella Tuscia.
'La Sogin Spa - scrivono i consiglieri nella nota - chiamata a definire una proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) per la localizzazione del deposito sulla base dei criteri indicati da ISPRA ha svolto il lavoro di indagine sulle aree potenzialmente idonee esclusivamente su banche dati e riferimenti bibliografici'.
'Durante la consultazione pubblica i portatori di interesse hanno controdedotto gli studi di Sogin evidenziando i numerosi difetti nella procedura di selezione, le incongruenze nell’applicazione dei criteri di selezione e l’errata applicazione degli stessi criteri sulla realtà oggettiva delle aree ritenute potenzialmente idonee'
I 14 Comuni del viterbese inclusi nella Cnai (Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Piansano, Arlena di Castro e Tessennano) oltre a non aver dato la propria disponibilità ad ospitare il Deposito, si sono attivate per la creazione di un coordinamento in grado di organizzare e sostenere un’opposizione diffusa alla realizzazione del sito nei loro territori, preannunciando la presentazione di una serie di ricorsi al Tar contro il provvedimento che non tiene conto della vocazione agricola e turistica del territorio, della presenza di biodistretti, di impianti eolici e fotovoltaici nonchè della Centrale elettrica di Montalto di Castro
Ma il problema, secondo quanto riportano i consiglieri, potrebbe indirettamente comportare dei rischi anche per la Capitale. 'Le aree individuate - scrivono - si trovano tutte a meno di 60km da Roma; alcune di queste sono lambite da affluenti del Tevere e localizzate a meno di 5 km dal suo corso. L'area sarà vasta 150 ettari e dovrà accogliere 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Nella Tuscia non sussistono condizioni idrogeologiche e sismiche tali da garantire la sicurezza del progetto'. Da qui la richiesta ufficiale: 'Chiediamo al sindaco di sostenere la battaglia per la tutela della Tuscia, nono solo partecipando alle iniziative in loco, ma altresì richiedendo formalmente al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, di attivarsi contestualmente, affinché né il parco tecnologico né il deposito nazionale vengano realizzati nelle aree individuate come idonee nel territorio della Regione Lazio, e nemmeno nei comuni e nei municipi al di fuori della provincia di Viterbo. E' importante - concludono - attivare una cabina di regia che, insieme ad ANCI, alle Università e alle organizzazioni di categoria, possa dare supporto tecnico, scientifico e giuridico per predisporre osservazioni necessarie da presentare alla Sogi