BOLSENA - L’ondata di caldo che ha colpito la Tuscia non è soltanto opprimente, ma è un segnale preoccupante per la salute dei laghi del Lazio. Il lago di Bolsena, uno dei più estesi e importanti bacini vulcanici, ha perso ben sette centimetri d’acqua. A comunicarlo è l’Autorità distrettuale di bacino dell’Appennino centrale, Aubac, che ha presentato nei giorni scorsi i risultati di un monitoraggio effettuato con stazioni hi-tech attive su tutti i principali laghi della regione.
Il dato è solo uno dei tanti che delineano un quadro critico: -50 cm il Lago di Nemi, -45 cm quello di Albano, -40 cm il lago di Bracciano. A questi si aggiunge il Trasimeno, che ha registrato un calo di un metro rispetto al 2020, toccando livelli storicamente bassi.
Le temperature eccezionali dell’ultimo periodo, unite alla scarsità di precipitazioni, stanno accelerando il fenomeno dell’evaporazione e prosciugando lentamente i bacini idrici. Si tratta di un effetto diretto del cambiamento climatico che non risparmia neanche la Tuscia. Se non si interviene in modo strutturale, i laghi, riserve naturali di biodiversità e risorse fondamentali per agricoltura, turismo e approvvigionamento idrico, rischiano una crisi senza precedenti.
Proprio per rispondere a questa crescente emergenza, Aubac ha attivato una nuova rete di monitoraggio, presentata al Centro storiografico e sportivo dell’Aeronautica militare a Vigna di Valle, che raccoglie in tempo reale dati su livelli idrometrici, temperatura dell’acqua ed evaporazione. Le stazioni sono operative sui laghi di Bracciano, Bolsena, Vico e Albano.
La diminuzione dei livelli idrici potrebbe avere effetti devastanti anche sul breve periodo: aumento della concentrazione di sostanze inquinanti, rischio per la fauna acquatica, difficoltà nell’approvvigionamento agricolo e turistico. A peggiorare la situazione contribuiscono l’assenza di un piano regionale di emergenza idrica e i ritardi negli investimenti infrastrutturali.
In un’estate che si annuncia tra le più calde degli ultimi decenni, il monitoraggio resta essenziale, ma serve anche una strategia concreta e condivisa e lungimirante, per salvare i nostri laghi prima che sia troppo tardi.