VITERBO - Ci risiamo. Ancora un'ordinanza di non potabilità dell'acqua a Viterbo relativa al serbatoio Monte Jugo perché i valori dell'arsenico superano i limiti stabiliti dalla legge (10 μg/l ). Di nuovo, come qualche mese fa, vietato bere e vietato usare l'acqua del rubinetto nelle case, nei bar, nei ristoranti, e in tante altre attività produttive che attingono dalla rete idrica inquinata. Con l'acqua inquinata da arsenico non si può fare il pane, non si può fare il caffé, non si può fare la pizza, non si può fare la pasta e la mozzarella.
L'impatto di una situazione con livelli di arsenico dell'acqua fuori legge è a largo raggio e produce effetti plurimi e danni ingenti. Sottovalutare questa realtà non è possibile se non da chi mostra una discreta dose di insipienza e superficialità.
Notiamo a questo proposito, che, come si legge sul sito del comune di Viterbo, le analisi chimiche sull'acqua risalgono al 5 maggio 2025, ma i risultati sono stati trasmessi alla Asl in data 8 maggio e soltanto il 12 maggio notificati al comune di Viterbo.
Questo ritardo nella comunicazione alle istituzioni, che il sindaco Chiara Frontini giustamente lamenta, è indice di una condotta negligente e imperita e di una grave disattenzione verso la salute dei cittadini.
Perché una quantità elevata di arsenico significa livelli alti di un elemento contaminante pericoloso che fa male alla salute delle persone, aumentandone malattie e mortalità.
Perciò il primo cittadino fa bene a chiedere maggiore sollecitudine nella comunicazione di eventuali sforamenti oltre i limiti di legge per consentire alle autorità di attivarsi immediatamente.
Il sindaco di un comune è la massima autorità sanitaria locale e ha il compito fondamentale di tutelare la salute dei cittadini. I quali, in un caso di emergenza come quello attuale, hanno diritto a essere informati prontamente e a ricevere acqua pulita e potabile per famiglie e aziende.
Spetta al sindaco e al gestore adoperarsi per doverne garantire il rifornimento anche con l'utilizzo di autobotti.
La questione arsenico, però, a Viterbo è un problema annoso e sistemico che non si è riusciti a risolvere, pur essendoci i mezzi e le soluzioni tecnologiche per farlo, ponendo una pesante ipoteca sulla salute della popolazione locale.
Per questo motivo chiediamo al primo cittadino Chiara Frontini di convocare un consiglio comunale straordinario dedicato al tema dell'acqua e aperto alla cittadinanza e con la partecipazione dei vertici del gestore del servizio idrico, dell'Asl, dell'Arpa e del presidente della Provincia di Viterbo.
Così da fare finalmente chiarezza e dare spiegazione in modo trasparente sulle cause della continua e ripetuta emergenza e discutere delle soluzioni definitive per azzerare una volta per tutte la presenza dell'arsenico nella rete idrica locale, proteggendo la salute della cittadinanza ed eliminando anche danni economici ad aziende e famiglie.
Comitato di quartiere San Pellegrino