ANNO 14 n° 118
A Mosca tornano da... Marte
L'equipaggio esce dai moduli dopo
una simulazione durata 520 giorni
16/03/2012 - 17:50

di Giovanna Bianconi

 

Mosca, Istituto per i problemi biomedici, 4 novembre 2011. Cinquecentoventi giorni dopo l’avvio dell’esperimento vengono rimossi i sigilli dei portelloni del Nek. Finalmente si aprono, sono le 14 in punto ora locale.

I sei membri dell’equipaggio escono dall’installazione e secondo un protocollo ben preciso si dispongono ordinatamente per rilasciare a turno le loro prime dichiarazioni. Appena fuori dai moduli hanno tutti un’aria felice ma frastornata, come se avessero difficoltà a distinguere tra la folla i volti delle persone a loro familiari.

E’ una giornata solenne, come solo i russi sanno fare. Sono presenti le massime autorità e accanto a loro spiccano l’ambasciatore d’Italia a Mosca Antonio Zanardi Landi e l’addetto scientifico Pietro Frè. L’Italia e gli “Italianskiè uccionniè”, ovvero gli scienziati italiani, vengono lungamente citati e ringraziati per aver seguito costantemente tutto il programma scientifico e gli esperimenti fin dalla progettazione delle strutture.

Si celebra la fine di un ambizioso programma di simulazione e al contempo l’inizio degli studi nei laboratori di tutto il mondo. L’atmosfera però è anche festosa, dedicata a coloro che hanno reso possibile il progetto scientifico. L’ingegner Diego Urbina è il membro italiano dell’equipaggio, il riferimento principale per gli esperimenti italiani. Ha condiviso quest’avventura con tre russi, un francese e un cinese.

La sua dichiarazione è stata la più significativa e piena di sentimento, come se percepisse le aspettative di scienziati ed organizzatori: “E’ molto bello rivedervi oggi. Nella missione Mars 500 abbiamo fatto sulla Terra il viaggio spaziale più lungo della storia per fare in modo che l’umanità domani possa vedere l’alba su un pianeta lontano dalla nostra portata. Per me, da membro dell’equipaggio dell’Agenzia spaziale europea (Esa, ndr), è stato un vero onore lavorare con questi 5 veri professionisti, delle persone amichevoli e dalla incredibile resistenza mentale, per fare in modo che domani vedremo il Pianeta Rosso. Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto durante la durata della missione”.

Prima di andare nelle attigue sale mediche per i controlli, i sei volontari vengono bersagliati dai flash dei pochi giornalisti ammessi: la conferenza stampa ci sarà solo tra quattro giorni, e in un altro luogo. La cerimonia è stata breve per evitare che si stressassero troppo, circa una ventina di minuti.

Lo staff IBMP è indaffarato a visitarli e a prelevare campioni per le analisi. Gli psicologi iniziano i colloqui e i test previsti dai protocolli. Questo aspetto è da qualche anno considerato fondamentale per il successo di future missioni umane di lunga durata, ed è stato quindi uno dei punti cardine del Mars500. Una volta terminati i controlli, i volontari hanno modo di trascorrere finalmente un paio d’ore in compagnia dei loro familiari, in assoluta privacy (tutto o quasi in un anno e mezzo di simulazione marziana è stato filmato).




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