ANNO 14 n° 117
''Talete, dov'č il bilancio fallimentare che giustifica l'entrata del privato?''
Il comitato ''Non ce la beviamo'' torna alla carica dopo l'assemblea dell'Ato
04/10/2022 - 07:02

VITERBO - 'Leggendo i resoconti giornalistici dell'Assemblea dei sindaci dell'ATO1 del 29 settembre, l'unica cosa chiara sembra essere la volontà politica di proseguire sulla privatizzazione, anche sfidando la realtà dei fatti, che per i cittadini si trasformerebbe in una terribile stangata poichè se un privato acquistasse le quote di una Spa è perchè sa che la Società è proficua e vuole ricavarne un utile cospicuo, scaricando totalmente i costi sulla cittadinanza. Siamo rimasti imbarazzati dalla confusione che regna dopo il ricorso dei Comuni di Monteromano, Tarquinia, Vasanello e Soriano contro la decisione di chiedere l’ingresso di un socio privato nella società Talete'.

Così il comitato per l'acqua pubblica Non Ce La Beviamo in merito alla privatizzazione dell'acqua pubblica e dell'Assemblea tenutasi qualche giorno fa, ribadendo la propria assoluta contrarietà. 'Riunione in cui lo stesso amministratore unico di Talete ha confermato che il risultato della due diligence svolta sui conti della società abbia dato esito positivo, vale a dire che 'i conti sono in ordine e che Talete è in buona salute'. Ce lo aspettavamo perchè già nel bilancio consuntivo del 2021 c'era un analogo esito positivo, dov'è quindi questo bilancio fallimentare che giustifica l'entrata di un socio privato?', si chiede il coordinamento comitati per l'acqua pubblica della Tuscia. 'Nel 2021 la società ha incassato 40milioni di euro facendo registrare un incremento rispetto al 2020 e chiudendo l'esercizio finanziario con un utile d'esercizio pari ad euro 70.539,00'.

'Il compito per cui sono pagati i nostri amministratori - si legge -, è quello di consentire che i servizi pubblici essenziali come l'acqua abbiano costi accessibili, tutelino l’ambiente e la salute delle persone. Troppo semplice pensare ora di farsi da parte e delegare a terzi, facendo ricadere i danni sui cittadini'.

Inoltre, il Comitato esprime i propri dubbi attinenti all'impossibilità di accedere al decreto Aiuti. 'Perchè? Eppure la Relazione di bilancio della Società riporta ' La situazione è continuamente monitorata dagli uffici sia dal lato tecnico che dalle possibile agevolazioni fiscali (bonus imprese) di cui l'azienda potrebbe beneficiare'. Anche il prestito dei 40milioni di euro di Arera - prosegue la nota -, viene liquidato come insignificante sebbene le bollette siano aumentate come richiesto, proprio per creare le precondizioni affinché Arera potesse erogare il finanziamento. Ma ahimè di quell'iter non risulta ad oggi nessun esito scritto'.

Intanto, il presidente Romoli propone una nuova votazione insieme anche al sindaco di Viterbo.

'L'ingresso dei privati come ACEA, SUEZ o altre multinazionali acutizzerebbe solo il problema - affermano -, perché i costi della speculazione ricadrebbero completamente sui cittadini e non si vede come l'ingresso dei privati possa fronteggiare in misura significativa il caro energia attraverso il decreto Aiuti, di per sé già largamente insufficiente'.  

 

'E' ora di cambiare rotta - continuano -, soltanto la ripubblicizzazione della gestione dell'acqua può garantire un servizio idrico con costi accessibili, perché permette l'accesso al credito garantito da Cassa Depositi e Prestiti e finanziamenti di sostegno per il contrasto al caro-energia e consentirebbe  l'accesso diretto  a risorse pubbliche derivanti da appositi capitoli di spesa dello Stato e della Regione, che a tutela della salute pubblica spettano a questo territorio per coprire la spesa degli oltre 9 000 000 di € l'anno necessari alla dearsenificazione dell'acqua, prima voce di 'costo aziendale' che assorbe oltre il 25% del totale dei costi operativi', concludono.






Facebook Twitter Rss