ANNO 15 n° 146
Referendum sul lavoro: 'Per Viterbo occasione cruciale'
Cobas Viterbo si esprime su 4 dei 5 quesiti, quelli che limitano il Jobs Act. 'Venuto meno diritto a lavoro dignitoso e sicuro'

VITERBO - Vacilla il Jobs Act, la legge che quasi 10 anni fa ha dergolamentato le tutele sul lavoro, tentando di agevolare la fluidità delle imprese in fatto di lavoratori, ma che ha, di fatto, moltiplicato i precari e deminuito le garanzie degli assunti. Nel prossimo referendum, infatti, ci saranno quattro quesiti che reitroducono alcune garanzie per i lavoratori, e responsabilità delle imprese, e un quesito sulla cittadinanza.

Si avvicinano dunque le date dell'8 e 9 giugno, quando i viterbesi, come i cittadini di tutti i comuni italiani, saranno chiamati ad esercitare il loro potere democratico nelle urne del referendum. Riguardo i quattro quesiti sul lavoro si esprime il sindacato Cobas Viterbo, che da anni denuncia situazioni di precarietà e maggiore sicurezza a Viterbo.

'Sebbene la portata sia nazionale, le implicazioni potrebbero essere particolarmente significative per realtà locali come Viterbo' spiega Luca Paolocci, dei Cobas Viterbo 'dove la precarietà lavorativa è una condizione diffusa e strutturale. Nel tessuto economico della città, la maggior parte delle aziende ha meno di 15 dipendenti, una soglia critica che consente a molti datori di lavoro di aggirare alcune delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori. In questo contesto, i referendum' continua Paolocci 'che mirano a reintrodurre e rafforzare strumenti di garanzia per i lavoratori, possono rappresentare un primo passo verso un cambiamento concreto'.

'Uno dei problemi più evidenti' precisa il sindacalista 'è il ricambio continuo della forza lavoro, in particolare nel settore del commercio. La proliferazione di nuovi esercizi commerciali — spesso di grandi catene — alimenta un modello economico basato su contratti temporanei, part-time involontari e assunzioni senza reali prospettive di stabilizzazione. In questo modo, viene meno il diritto a una vita lavorativa dignitosa e sicura, mentre il turn over diventa la norma e non l’eccezione'.

'I quesiti referendari' conclude 'toccano temi come le tutele contro i licenziamenti illegittimi e il reintegro nel posto di lavoro. Se approvati, questi strumenti, potrebbero arginare pratiche troppo spesso usate per comprimere i diritti dei lavoratori, restituendo un minimo di equilibrio in contesti fragili come quello viterbese.

In una città dove la precarietà è all’ordine del giorno, il voto di giugno rappresenta dunque un'opportunità da non sottovalutare. È un’occasione per rimettere al centro il lavoro stabile, sicuro e tutelato, soprattutto in quelle zone d’Italia dove il lavoro c’è, ma troppo spesso è povero, incerto e invisibile'.




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