ANNO 15 n° 118
villa buon respiro
Malati e dipendenti s'incatenano
per difendere Villa Buon Respiro
La casa di cura rischia la chiusura per il taglio di posti letto e carenze strutturali

Si sono incatenati al cancello dell’ingresso principale dell’ex Villa Buon Respiro, la casa di cura del Gruppo San Raffaele Spa (ex Tosinvest) di proprietà della famiglia Angelucci, per protestare contro la probabile chiusura della struttura sanitaria. Protagonisti dell’episodio, avvenuto ieri mattina all’alba, un paziente e alcuni lavoratori.

Il primo ad incatenarsi è stato un malato, impedendo l'ingresso delle auto per circa mezzora. Poco dopo, si solo uniti a lui alcuni lavoratori. I manifestanti, che hanno chiesto un colloquio con la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. E hanno annunciato che, se non dovessero ricevere una risposta affermativa alla loro richiesta, inizieranno uno sciopero della fame ad oltranza.

“Protestiamo – hanno detto – contro la disparità di trattamento tra l'ospedale di Velletri e le altre realtà sanitarie laziali e del territorio, pubbliche e private, che nonostante abbiano gravissimi problemi strutturali ed assenza di certificati di agibilità e di prevenzione incendi, non vengono chiuse ma tutelate ad oltranza'.

La casa di cura, accreditata con il servizio sanitario regionale, specializzata in riabilitazione fisica psichica e sensoriale per il recupero funzionale e sociale, è dotata di tre specialità: neuropsichiatria infantile, disabili residenziali e disabili adulti non residenziali. Dispone di 95 posti letto residenziali (dei quali 77 nella villa ed i rimanenti dislocati presso due case famiglia collegate alla struttura), 35 semiresidenziali e 100 trattamenti ambulatoriali di cui 70 dedicati alla neuropsichiatria infantile, 15 ai disabili adulti e 15 alla fisiokinesiterapia. Nella struttura sono inoltre presenti un centro di riabilitazione equestre e alcune case famiglia.

A seguito del taglio dei posti letto imposti dal piano di rientro del debito sanitario la proprietà ha annunciato una massiccia riduzione del personale e, in prospettiva, la chiusura totale della casa di cura. Inoltre, la casa di cura, allestita in una sontuosa villa ottocentesca, ha bisogno di importanti e costosi adeguamenti strutturali per avere i requisiti imposti dalle leggi regionali. Adeguamenti che la San Raffaele Spa vorrebbe eseguire in concomitanza con la realizzazione di un nuovo maxi insediamento sanitario, attiguo all’esistente. In definitiva, chiede alla Regione una deroga per mettere a norma i propri servizi. Tra l’altro, negli ultimi mesi, i circa 200 dipendenti della casa di cura, hanno ricevuto con notevole ritardo gli stipendi.

Tra l’altro, la società ha un debito con il Comune di Viterbo di un milione e 800mila euro per gli oneri concessori relativi all’ampliamento di Villa Buon Respiro. Debito che deve saldare entro l’anno. In caso contrario, le concessioni per la costruzione della nuova struttura sanitaria potrebbero essere revocate. In questo caso sarebbero pesantissime anche le ripercussioni sulle casse di Palazzo dei Priori. La giunta Marini infatti, dovrebbe varare un assestamento di bilancio di circa 2 milioni di euro, tagliando la spesa corrente e quindi meno servizi e più tasse. Resta da vedere se una società come la San Raffaele Spa che non riesce a corrispondere gli stipendi al personale, sarà in grado di saldare il debito con il Comune.

Lunedì mattina, i lavoratori che si sono incatenati al cancello di Villa Buon Respiro torneranno a sollecitare l’incontro con la governatrice del Lazio Polverini. Se non verranno ricevuti potrebbero intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza e organizzare forme di protesta ancora più clamorose.

 




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