ANNO 15 n° 194
Magdi Allam in aula contro l'ex moglie
La donna chiede un aumento dell'assegno mensile

Non sarà la “Guerra dei Roses”, ma Sofia è determinata almeno quanto Kathleen Turner, la protagonista del celebre film degli anni ’80, ad ottenere quanto gli spetta. (O, almeno, quanto lei ritiene gli spetti).

Si è svolta ieri mattina nella sezione delle udienze civili del tribunale viterbese, davanti al giudice Luca Ghedini Ferri, la causa che vede il giornalista Magdi Cristiano Allam e la sua ex moglie Sofia l’uno contro l’altra.

“La mia assistita – ha riferito l’avvocato Michele Guerriero – ha chiesto un adeguamento della somma rispetto all’accordo divorzile sottoscritto tre anni fa”.

Dal 2008, infatti, Allam, convertitosi alla religione cristiana guarda caso nello stesso anno, versa ogni mese milleottocento euro alla donna anche per il mantenimento dei due figli.

La richiesta dell’ex moglie, in particolare, è dovuta al fatto che “il reddito di Allam in questi anni è notevolmente aumentato”, ha spiegato l’avvocato Guerriero, aggiungendo: “Pubblica libri, ha vinto diversi premi, ed ha una discreta entrata di royalties. Per questo siamo convinti che il mantenimento vada rivisto, anche perché i due figli, sebbene siano maggiorenni, non sono ancora autosufficienti”. L’ex moglie di Allam, inoltre, non lavora “perché negli anni in cui era sposata si è sacrificata per seguire l’ex marito, pensando all’educazione dei figli”.

Dal canto suo, però, l’editorialista del Corriere della Sera (assistito dagli avvocato Rita Sermoneta e Gabriele Gatti), ha chiesto una riduzione dell’assegno mensile.

L’udienza, durata il tempo di una mezz’ora, è stata sospesa e rinviata al prossimo 13 ottobre.

Nota a margine. Questa mattina alle 12,30 in punto Magdi Allam si è presentato in tribunale con tre uomini della scorta al seguito.

Ricordiamo infatti che, dal 2003, il giornalista vive sotto scorta a Fabrica di Roma perché sulla sua testa pende una fatwa emessa dagli attivisti di Hamas, acronimo che in arabo significa «movimento di resistenza islamico», perché accusato di apostasia e tradimento.




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