VITERBO - Si è svolta ieri mattina, alle ore 10,30 presso l’IC Canevari, la cerimonia di consegna della medaglia “Giusto fra le Nazioni” alla memoria di Luigi Morelli. Presenti il sindaco Arena, l’assessore Sberna e Luca Bruzziches, deus ex machina del prestigioso riconoscimento ritirato dal figlio dell’eroe.
Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d'onore e il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. A ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la messa a dimora di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta tuttavia, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d'Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.
Bruzziches, da sempre attivo nel ricercare documenti e testimonianze in ricordo degli ebrei deportati da Viterbo, si è occupato anche del caso di Reale di Veroli e del suo salvatore Luigi Morelli.
“ La Storia della famiglia Anticoli – Di Porto – Di Veroli a Viterbo durante la 2° Guerra Mondiale. La famiglia di Vittorio Emanuele Anticoli (nato a Roma il 31 marzo 1885, morto ad Auschwitz il 23 maggio 1944, dati archivio Yad Vashem) e Di Veroli Reale (nata a Roma il 13 settembre 1886, morta a Roma il 30 dicembre 1958), si trasferisce da Roma a Viterbo per motivi di lavoro agli inizi del’900.
Letizia, una delle figlie di Vittorio Emanuele Anticoli e Reale Di Veroli si sposa con Angelo Di Porto l’8 novembre 1936; nel novembre del 1937 nasce il loro primo e unico figlio Silvano. Le famiglie Anticoli – Di Porto – Di Veroli risiedevano a Viterbo in Via della verità 19 e in Via Saffi. I genitori di Letizia possedevano un’attività di merceria con vendita sia in un negozio sito in Via Saffi 88, sia attraverso vendita ambulante. Per un certo periodo utilizzarono anche i locali dove svolgevano la loro attività di merceria come abitazione.
Tra il 2 e il 3 dicembre 1943 vengono catturati a Viterbo e Provincia 12 ebrei (9 italiani e 3 stranieri). La cattura è effettuata da italiani, dai documenti ritrovati risulta che ad effettuare la cattura sia personale della Questura di Viterbo.
Alla cattura sfuggi il piccolo Silvano di Porto di anni 6, grazie alla protezione e all’aiuto che ricevette da parte di Rita Orlandi, un’amica della famiglia Di Porto
I genitori di Silvano e la nonna, Reale Di Veroli, vengono invece catturati, mentre il nonno e gli zii si erano rifugiati a Roma.
Reale Di Veroli, si salvò per un caso fortuito, ma soprattutto per l’intervento del personale dell’Ospedale di Viterbo. Il 26 marzo 1944, giorno del trasferimento dal carcere di Viterbo al campo di concentramento di Fossoli, salendo sul camion che doveva trasferirla al campo nei pressi di Modena insieme agli altri ebrei catturati nel dicembre del 1943, cadde rompendosi il collo del femore sinistro. Reale Di Veroli dopo l’operazione fu aiutata a nascondersi dal dottore Ricci Franco e l’infermiere Morelli Luigi in alcune grotte che si trovano vicine al nosocomio di Viterbo, grotte nelle quali si nascondevano anche altre persone che per vari motivi cercavano di sottrarsi all’arresto. Finita la guerra anche la signora Di Veroli si trasferì insieme ai figli e al nipote Silvano a Roma. Reale Di Veroli è morta a Roma il 30/12/1958. “
Medaglia ritirata dal figlio del signor Morelli, presente anche il pronipote della signora Di Veroli.
Luca Bruzziches