ANNO 15 n° 123
Allarme infortuni sul lavoro nella Tuscia, Uil denuncia 1829 casi nel 2024
Turchetti: ''Aumento del 5,7% nel secondo semestre, governo assente sulla sicurezza''

VITERBO - Un quadro preoccupante emerge dai dati relativi agli infortuni sul lavoro nella provincia di Viterbo per l'anno 2024. A renderli pubblici è Giancarlo Turchetti, segretario generale della UIL di Viterbo, citando un report congiunto di Asl e Regione Lazio. Nel corso dell'anno appena trascorso, si sono registrati ben 1829 incidenti sul lavoro nella Tuscia.

Analizzando i dati semestrali, si evince un incremento significativo degli infortuni. Nei primi sei mesi del 2024 (gennaio-giugno), i casi registrati sono stati 889, saliti a 940 nel periodo luglio-dicembre, segnando un aumento del 5,7%. A livello regionale, gli infortuni nel Lazio rappresentano circa il 7% del totale nazionale, mentre la provincia di Viterbo incide per il 4,7% sul dato laziale.

Il report mensile evidenzia come settembre sia stato il mese con il maggior numero di infortuni (177), seguito da marzo (163) e maggio (161). Gli altri mesi hanno registrato comunque cifre elevate: gennaio (136), febbraio (121), aprile (150), giugno (158), luglio (174), agosto (130), ottobre (157), novembre (171) e dicembre (131).

In vista della Festa dei Lavoratori del primo maggio, Turchetti sottolinea l'importanza della mobilitazione sindacale a livello nazionale, con lo slogan 'Uniti per un lavoro sicuro'. Il segretario UIL critica duramente l'operato del governo Meloni in materia di sicurezza sul lavoro, ricordando la tragica cifra di mille morti all'anno in Italia, pari a tre decessi al giorno: 'L'ultima manovra del governo non prevede neanche un euro per sicurezza, salute e prevenzione per i lavoratori', denuncia Turchetti.

La UIL di Viterbo si unisce al coro delle richieste sindacali al governo, sollecitando investimenti significativi nella formazione per lavoratori e aziende, nonché in misure di prevenzione efficaci. Viene inoltre evidenziata la necessità di un aumento del personale ispettivo, giudicato insufficiente per garantire controlli adeguati. Tra le proposte avanzate, spicca l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro per chi manomette i macchinari a scopo di profitto, richiamando il drammatico caso di Prato. Infine, la UIL chiede l'esclusione dagli appalti pubblici delle aziende che non rispettano le normative sulla sicurezza.




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