ANNO 14 n° 79
Vuole ospitare un rifugiato in casa, ma l'impresa č impossibile
La storia di Ludovico Greco e della sua odissea nella burocrazia italiana
08/01/2017 - 12:35

MARTA - Vuole ospitare un profugo a casa sua, ma l'impresa, a causa della burocrazia del nostro Paese, sembra quasi impossibile. E' la storia di Ludovico Greco, un pensionato dell'Alitalia che, insieme a sua moglie Anna Maria, vive a Marta. In un'intervista, uscita oggi sul Repubblica, l'uomo racconta la sua odissea.

''Guardi la tv - inizia il suo racconto -, sei bombardato dalle immagini di uomini, donne, bambini, disperati in mezzo al mare. Rischi di abituartici. Dopo un po' non fanno più male. Poi, a un certo punto ti alzi dalla poltrona e ti chiedi: e io che faccio?''.

E Ludovico Greco la sua risposta è riuscito a trovarla.''Avrei voluto comprare un battello e mettermi in mare tra i soccorritori. Impossibile. Allora mi sono detto: posso aprire la mia casa e ospitare chi è riuscito a sopravvivere all'inferno'. Ludovico ha iniziato a rivolgersi a tutti, con mail, telefonate e incontri: dal Comune di Marta, passando per le associazioni e la chiesa, fino al Ministero dell'interno. Ma nulla da fare, nessuna risposta. Ha deciso quindi di raccontare la sua storia a Primapagina, la trasmissione di Radio3.

''In me è stato un crescendo - dice Ludovico Greco - di fronte a tanta sofferenza non potevo non fare qualcosa. Capisco che ci sono problemi di sicurezza legati all'immigrazione. Ma credo che con un'accoglienza diffusa, ci si conosca meglio e si riducano anche i rischi''.

''Nell'agosto 2015 - continua - mi sono rivolto al Comune di Marta, offrendo una camera da letto per accogliere un rifugiato, chiaramente a titolo gratuito. Ho scritto pure una mail con posta certificata. Nessuno ha risposto. Non mi sono dato per vinto. Nell'aprile di quest'anno ho contattato Refugees Welcome (una piattaforma online che mette in contatto profughi e famiglie ospitanti,). Mi hanno fatto una lunga intervista telefonica, al termine della quale mi hanno dato parere positivo, perché hanno verificato che non cercavo una badante gratis o una moglie giovane, parole loro. Il secondo passo doveva essere la visita di un volontario per controllare le condizioni dell'alloggio. Io purtroppo vivo a 135 chilometri da Roma e ancora non sono venuti. A novembre ho quindi scritto allo Sprar, presso il Viminale. Ma anche qui nessuna risposta. Sono andato dal parroco di Marta. Pure lui mi ha detto che ha dei locali liberi, che vorrebbe mettere a disposizione, ma nessuno ancora gli ha dato un'indicazione. Siamo rimasti d'accordo che il primo che ci riesce avverte l'altro''.

''Scriverò direttamente al ministro dell'Interno Marco Minniti - conclude -. Voglio solo una risposta: devo lasciar perdere o è possibile per un cittadino italiano come me avviare un percorso d'accoglienza?''.






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