ANNO 14 n° 117
''Viterbo distretto
rurale e Maremma
patrimonio Unesco''
La proposta di Luigi Ambrosini
25/05/2013 - 13:33

VITERBO - ‘’La Provincia di Viterbo deve diventare un distretto rurale d’Europa e la Maremma va inserita nel patrimonio dell’Unesco”. Due progetti che stanno particolarmente a cuore all’assessore provinciale all’Agricoltura Luigi Ambrosini, annunciati questa mattina nell’ambito del convegno “Agricoltura, Ambiente, Turismo” che si è tenuto presso la “Domus la Quercia” al quale hanno partecipato anche gli assessori all’Ambiente Paolo Equitani e al Turismo Andrea Danti. Il convegno è stato organizzato dall’Assessorato Agricoltura della Provincia in collaborazione con Ambiente e Turismo e ha visto la presenza di illustri relatori: il professor Nicola Caracciolo dell’Associazione “Italia Nostra”; Sergio Rizzo, editorialista de “Il Corriere della Sera”; Giuseppe Nascetti, ordinario di Ecologia dell’Università degli Studi della Tuscia.

Si è parlato del futuro del territorio strettamente collegato a queste tre grandi realtà. Non c’è ambiente senza paesaggio, non c’è paesaggio senza agricoltura e turismo. Su questo assunto si è sviluppato il dibattito alla ricerca di soluzioni e strategie condivise per favorire lo sviluppo del territorio.

 

“Nella Tuscia sono 242 mila gli ettari di terreno riservati all’agricoltura – ha spiegato Ambrosini – sono attive 12mila 500 aziende, esattamente il 36,4% delle imprese complessive presenti in provincia di Viterbo. Ogni azienda ha modalità e tipi di produzioni differenti. Nonostante la crisi economica si faccia sentire anche qui, l’agricoltura continua a restare il settore trainante dell’economia provinciale. Le aziende, seppur con grandi sforzi e non poche difficoltà, sono riuscite a mantenere pressoché inalterati i livelli occupazionali. Ma è necessario un impegno da parte di tutti per difendere e rilanciare la nostre produzioni tipiche aiutando le imprese a lavorare. Gli istituti di credito non sempre si mostrano collaborativi per ciò che riguarda l’accesso al credito e questo è sbagliato perché se muore l’agricoltura muore il territorio”.

Ambrosini è poi passato ad elencare due progetti avviati dall’assessorato Agricoltura della Provincia: “Attraverso il primo progetto contiamo di far diventare Viterbo distretto rurale d’Europa. Questo comporterebbe l’ingresso diretto nel sistema dei finanziamenti europei senza dover ricorrere all’intermediazione della Regione Lazio. Significa velocizzare le procedure per l’ottenimento dei fondi da destinare alle aziende agricole. L’iter è partito, spero sinceramente di poterlo completare prima della scadenza del mio mandato, altrimenti saranno altri a far germogliare ciò che è stato seminato”. Il secondo progetto riguarda più specificatamente il territorio della Maremma: “Far diventare questa terra patrimonio dell’Unesco significa conservare e valorizzare le sue peculiarità e preservare un’area la cui forza sta proprio nel mantenere incontaminato il suo ambiente. Una battaglia che mi vede impegnato insieme all’onorevole Gianni Mattioli che non a caso oggi non è potuto essere con noi perché impegnato proprio in sede Unesco”.

“Per ciò che riguarda il Turismo – ha spiegato l’assessore provinciale Andrea Danti – abbiamo dati decisamente incoraggianti. Il 42% delle presenze turistiche è costituito da persone che tornano volentieri nel nostro territorio, trovandolo attraente e vedendo pienamente soddisfatti i propri bisogni. Anche per questo motivo, quando è stata sciolta l’Azienda di Promozione Turistica della Tuscia, diversamente da altre Province abbiamo scelto di mantenere le competenze, pur consapevoli delle difficoltà che questa decisione avrebbe comportato. Devo ringraziare di cuore gli uffici del Settore Turismo della Provincia per gli sforzi che quotidianamente compiono per mantenere efficiente il servizio nonostante la carenza di mezzi e risorse”.

L’assessore all’Ambiente Paolo Equitani ha puntato invece l’attenzione su quelle che ha definito “aggressioni sempre più frequenti a danno del territorio”. “Purtroppo da qualche tempo – ha denunciato – la Tuscia sembra diventata una terra di conquista. Interi ettari di terreno sono stati sottratti all’agricoltura per installare impianti ad energia rinnovabile, impianti fotovoltaici ed eolici in particolare, con pesanti ricadute sull’impatto ambientale e sulla tenuta del paesaggio. Purtroppo abbiamo le mani legate, la legge non ci fornisce strumenti per difenderci da queste continue aggressioni e manca anche da parte della Regione un piano energetico che detti linee guida ai governi locali ponendo dei paletti al proliferare indiscriminato di questi impianti.

Il tema degli scempi paesaggistici causato dal proliferare di impianti ad energia rinnovabile è stato anche evidenziato nell’intervento del giornalista Sergio Rizzo, che ha puntato l’indice contro i governi e la politica incapaci di fare leggi a tutela dell’agricoltura e dell’ambiente. “Ci sono stati parchi eolici costruiti in zone dove non tira un soffio di vento” ha denunciato l’editorialista del Corsera. Rizzo ha ricordato in particolare come l’agricoltura nei momenti di maggiore difficoltà abbia aiutato la ripresa del Paese, invitando tutti a riscoprire la “risorsa terra” come bene primario. “Agricoltura e cultura sono le ricchezze dell’Italia - ha spiegato il giornalista – non dobbiamo inventarci nulla, basta sfruttare l’immenso patrimonio che abbiamo, promuovendo leggi a tutela del paesaggio. Incredibilmente – ha continuato – proprio l’agricoltura, la cultura, l’ambiente, e di conseguenza il turismo, sono i comparti dove lo Stato investe meno”.

Lo scrittore Nicola Caracciolo forte della sua esperienza nell’associazione “Italia Nostra” ha spiegato come la Regione toscana sia riuscita nel corso degli anni ad integrare perfettamente agricoltura, ambiente e turismo, partendo proprio dalla difesa del paesaggio come elemento di sintesi. Il professor Giuseppe Nascetti ha invece puntato l’attenzione sul progetto di risanamento del Lago di Vico da lui predisposto insieme al gruppo di studio formato dalla Provincia di Viterbo. Un progetto che, partendo dall’esigenza di invertire il processo di eutrofizzazione delle acque causa principale del fenomeno dell’alga rossa, offre anche sistemi innovativi e ad impatto ambientale zero nella coltivazione dei terreni agricoli.





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