VITERBO - Bisognerà attendere qualche giorno per sapere se il tribunale del riesame di Milano rimetterà in libertà i cinque viterbesi finiti nella maxi inchiesta della procura di Milano sulla presunta bancarotta milionaria della Hi Real Spa.

In realtà gli indagati sono nove: il presidente del consiglio d’amministrazione della Hi Real spa, il promotore finanziario, Alberto Terzilli e Franco Maria Mattioli, entrambi viterbesi, Marco Sturlese, boker spezzino, finiti in carcere, Gianluca Palombo, Augusto Testa e Luca Fazi, viterbesi, Francesco Paganucci, Alessandro Colamonici e Claudio Nunzio Pezzella agli arresti domiciliari.

Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, falsificazione di documenti, truffa, bancarotta fraudolenta ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

Secondo gli inquirenti i nove indagati avrebbero avrebbe messo in piedi un raggiro sofisticatissimo per rubare i soldi di piccoli e medi risparmiatori anche nella provincia di Viterbo creando un finto aumento di capitale della Hi Real Spa, dichiarata fallita nel 2016, società quotata in borsa e attiva nel mercato immobiliare, per mascherare una situazione finanziaria al collasso. Ma anche per truffare investitori e istituti di credito che così, rassicurati dalla solidità dell’azienda, acquistavano e cedevano azioni riconducibili a fondi di investimenti in realtà privi di valore.

Su Luca Fazi, il proprietario di una copisteria in via della Caserma, nei giorni scorsi si è registrata una grande mobilitazione in suo sostegno. La serranda della copisteria è stata tappezzata di cuori con la scritta “Mi fido di Luca” e altre scritte di solidarietà e di attestazione di fiducia.

Ieri i suoi legali, gli avvocati Marco Valerio Mazzatosta e Paolo Pirani, hanno chiesto la revoca dei domiciliari o in alternativa una misura cautelare più leggera. Il tribunale del riesame, come detto, si è riservato la decisione.