ANNO 14 n° 118
Trascinata per i capelli e presa a pugni,
''Per quell'uomo ho tentato il suicidio''
Vittima di stalking parla in aula: ''Mi ha tolto la vita, la serenitą. Tutto''
13/04/2018 - 06:42

FABRICA DI ROMA – ''Quell’uomo mi ha devastato la vita. Avrei voluto un futuro tranquillo, una stabilità economica, famigliare e lavorativa. Tutto quello che ho ottenuto è stato solitudine, povertà e disperazione''. Riesce a trattenere le lacrime solo per pochi minuti la giovane A.A., poi è il ricordo amaro di quegli anni a prendere il sopravvento.

Anni fatti di persecuzioni, botte e appostamenti che non le avrebbero permesso di vivere una vita normale. Una vita che lei stessa avrebbe tentato di togliersi.

''Sono arrivata a desiderare la morte: ho tentato il suicidio e sono stata salvata dai medici del Belcolle''. Dietro a quell’inferno, un vicino di casa, oggi finito sotto processo per stalking e lesioni.

''Mi aspettava fuori dal cancello di casa, mi filmava e fotografava ogni volta che uscivo. E ogni pretesto era buono per aggredirmi''.

Due gli episodi più gravi: il primo nel marzo del 2013. ''Ha atteso che rientrassi da lavoro, si è bloccato di fronte alla mia macchina, poi ha aperto la portiera e ha cominciato a riempirmi di cazzotti in faccia. Non sono riuscita a scappare perché ero legata con la cintura di sicurezza: mi ha massacrato il volto, fratturandomi la mascella''. Piange A. mentre racconta al giudice quei terribili istanti. Ad assisterla in aula il suo legale difensore, l’avvocato Giuseppe Piacchiarelli.

''Poco tempo dopo, la stessa storia: mi ha preso a forza dalla macchina e mi ha trascinato per strada per i capelli''.

Del tutto sconosciuto il motivo alla base di questo odio: ''Davvero – prosegue la donna – non saprei come spiegare la sua rabbia. Anche contro mia figlia si è scagliato una volta''.

Una furia tale da costringere la piccola a trasferirsi dal padre ad Ostia e la madre a rifugiarsi negli psicofarmaci. ''Non vivevo più: anche il mio compagno, esasperato da quella situazione, mi ha lasciato. Ero sola e aveva paura. La notte rimaneva sveglia, vestita, sul divano. Ad ogni minimo rumore scappavo via. La mia non è più vita. E anche oggi che non vedo più quell’uomo, porto addosso le ferite di quegli anni''.

La prossima udienza a metà ottobre. 






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