ANNO 14 n° 110
Spinto al suicidio dalla droga e dallo spettro della disoccupazione
19/05/2013 - 05:00

VITERBO - Altri quattro mesi e la cassa integrazione sarebbe scaduta. La prospettiva della disoccupazione, sommata a problemi personali (era stato in cura presso il Sert per uso di droga) hanno formato un mix micidiale che ha spezzato la già fragile resistenza di Gennaro De Luca, 46 anni, separato e padre di due figli, costretto a tornare a vivere con la madre. E che, con tutta probabilità, lo ha spinto, ieri pomeriggio, intorno alle 15,30, a scavalcare il parapetto di Ponte Clementino, a Civita Castellana, teatro di molti tentativi di suicidio, alcuni dei quali riusciti, e a gettarsi nel vuoto. Un volo di oltre 50 metri, l'impatto con le rocce coperte di sterpaglie e la morte immediata.

Il prossimo settembre, la Galassia, azienda per la quale lavorava De Luca, stretta nella morsa della crisi come la stragrande maggioranza delle industrie ceramiche del distretto, avrebbe licenziato oltre un terzo dei 150 dipendenti. Lui temeva di essere tra questi. Una condizione che a Civita Castellana coinvolge centinaia di persone.

Mentre erano ancora in corso le operazioni di recupero, durate poco meno di 3 ore, sul posto sono arrivati il vescovo, monsignor Romano Rossi, e il sindaco Gianluca Angelelli. Si sono allontanati alle 18, quando il corpo di De Luca è stato individuato dai vigili del fuoco e dai carabinieri, i primi a scendere nella forra per cercarlo. La salma e stata poi trasportata nell'obitorio, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il riconoscimento ufficiale è stato compiuto da un fratello.

''Il comprensorio di Civita Castellana - ha commentato il sindaco Angelelli - sta vivendo un momento di grave difficoltà. Nel caso di De Luca - ha aggiunto - i problemi economici potrebbero essersi aggiunti ad altri di carattere personale. Sono addolorato e costernato. Voglio esprimere la mia partecipazione personale e dell'intera amministrazione alla famiglia, così duramente provata''.

Si è detta sgomenta per l’accaduto anche la segretaria provinciale della Cgil, Miranda Perinelli, informata dell’accaduto mentre tornava da Roma, dove aveva partecipato alla manifestazione della Fiom: ''E’ morto un altro cassintegrato – ha commentato -, una notizia che stringe lo stomaco. Civita Castellana sta vivendo una vera e propria emergenza sociale. La priorità assoluta per tutti deve essere il lavoro''.

Poco prima di lanciarsi nel vuoto, De Luca è stato visto nel bar della stazione, un locale che frequentava abitualmente da quando era in cassa integrazione. Qualcuno lo ha notato mentre attraversava il lungo ponte e scavalcare il parapetto. Ha subito avvisato i carabinieri che si sono precipitati sul posto. Poco dopo sono arrivati anche i vigili del fuoco e gli specialisti del Saf (soccorso alpino-fluviale). Hanno impiegato ore per trovare il corpo dell’uomo incastrato tra i rovi, maciullato dal violentissimo impatto.

La notizia della tragedia, in pochi minuti, ha fatto il giro della cittadina. Per moltissime famiglie è stato un colpo durissimo. In quasi tutte le case ci sono donne e uomini che vivono nell’incertezza e nella precarietà. Due terzi dei circa 3mila addetti alle 70 aziende ceramiche del distretto sono infatti in cassa integrazione. Per molti di loro sta per scattare la mobilità e, quindi, il licenziamento. Tanti altri sono stati costretti a firmare contratti di solidarietà: dal 20 al 25% in meno in busta paga.

De Luca non ha lasciato alcun biglietto per spiegare il suo gesto. Ma l’ipotesi che a indurlo al suicidio sia stato il timore di rientrare tra coloro che, a settembre, avrebbero ricevuto la lettera di licenziamento è quella più accreditata. Anche se non viene escluso che anche i problemi di tossicodipendenza possano avere un ruolo.

La procura della Repubblica ha disposto la restituzione della salma ai famigliari senza far eseguire l’autopsia. I funerali dovrebbero essere celebrati domani o, al più tardi, dopodomani.

 

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