ANNO 14 n° 89
Scatta allerta Xylella: infettato un albero di mandorlo
A Canino primo caso di ritrovamento del batterio nella Tuscia e nel Lazio. Informata la Commissione europea
02/02/2022 - 07:10

CANINO - Accertata per la prima volta nel Viterbese e nel Lazio la presenza di Xylella fastidiosa, il batterio che attacca alcune specie vegetali sensibili portandole al disseccamento, noto soprattutto per i gravi danni causati alla coltura degli olivi in Puglia. A tal proposito si apprende che il batterio ritrovato nella Tuscia appartiene a una sottospecie differente da quella pugliese ed è la stessa invece già presente da alcuni anni in Toscana (Monte Argentario), dove non sono stati mai rinvenuti olivi infetti.

Positivo all’infezione è risultato un albero di mandorlo, nelle campagne di Canino, al confine con il territorio comunale di Montalto di Castro. La notizia del ritrovamento è stata notificata ufficialmente a novembre dalla Regione Lazio tramite il Ministero delle Politiche agricole alla Commissione europea, che a sua volta ne ha dato riscontro sul sito istituzionale dedicato agli aggiornamenti di Xylella fastidiosa. L’area intorno al mandorlo è stata delimitata fino a un raggio di 2.5 chilometri e posta sotto osservazione, al fine di prevenire un eventuale contagio. Il 17 gennaio, su prescrizione della Regione, la pianta malata è stata rimossa e distrutta, insieme a tre esemplari di Prunus spinosa che si trovavano nelle sue immediate vicinanze. Dal Servizio fitosanitario regionale è partita intanto una campagna informativa e di sensibilizzazione, con una richiesta precisa: ''Chiunque - tra operatori professionali o altri soggetti privati, enti pubblici e privati ed ogni altra istituzione scientifica - venga a conoscenza della presenza sospetta di Xylella fastidiosa nonché di qualsiasi dato (sintomi sospetti, ecc.) riguardante il pericolo rappresentato dal batterio, dovrà darne immediata comunicazione''.

L’Alto Viterbese è considerato un territorio ad alto rischio perché ''ai confini con la regione Toscana (promontorio dell’Argentario, comuni di Monte Argentario ed Orbetello), zona nota per la presenza di Xylella fastidiosa'' e per questo era stato particolarmente indagato nel corso della campagna di sorveglianza 2021. Il mandorlo, ''un albero dell’apparente età di anni 15 e oltre, manifestava, nell’ottobre del 2021, sintomi sospetti che potevano essere ricondotti ad un’infezione batterica da Xylella fastidiosa''. Dalla pianta è stato eseguito il prelievo di un campione vegetale, risultato positivo il 29 ottobre ad analisi molecolari eseguite presso il laboratorio del Dafne dell’Università della Tuscia. L’esito è stato confermato qualche giorno dopo dal laboratorio del Cnr di Bari che ha identificato quale agente dell’infezione, ''la sottospecie Multiplex e il genotipo ST87 (rapporto di prova del 19 novembre 2021). Stessa sottospecie e stesso genotipo riscontrati in Toscana''.

A questo punto, con due successive determinazioni della Direzione regionale all’Agricoltura (25 novembre e 19 dicembre), è stata delimitata l’area interessata dalla presenza di Xylella fastidiosa, in una ''zona infetta'' nel comune di Canino, con un raggio di 50 metri attorno al mandorlo, e una ''zona cuscinetto'' tra Canino e Montalto di Castro, con un raggio di 2,5 chilometri. All’interno di questa porzione di territorio sono stati eseguiti fino a oggi campionamenti su 229 olivi, 124 mandorli e diverse altre piante, tutti con esito negativo.

''L’area delimitata – spiega il documento del Servizio fitosanitario regionale - è caratterizzata prevalentemente da un’olivicoltura consolidata che si connota nell’eccellenza espressa dalla produzione di olio evo Dop Canino e da una mandorlicoltura specializzata sviluppatasi in modo significativamente dinamico negli ultimi 3 anni con oltre 150 ettari di impianti realizzati”.

In base ai dati raccolti, i tecnici valutano un rischio differenziato a carico delle due colture: ''Un basso rischio di infezione, prossimo a zero, a carico dell’olivo, un rischio di infezione più elevato per il mandorlo, ciò dovuto se non altro al fatto che la presenza del batterio nell’area è stata riscontrata a carico di un esemplare di mandorlo''. ''In tema di olivo – sta scritto ancora - si ritiene altresì opportuno escludere nel modo più assoluto l’associazione della batteriosi rinvenuta nell’area di Canino a quella ormai conosciuta in Puglia, dove la Xylella fastidiosa subspecie Pauca (ceppo Codiro) è stata definita come agente 'killer degli olivi'. La vulnerabilità del mandorlo si evince anche e soprattutto dalle risultanze delle analisi condotte nelle diverse aree delimitate della Toscana, dove la stessa subspecie Multiplex e lo stesso genotipo (Sequence Type ST87) sono stati rilevati a partire dal 2018. Nel triennio 2018-2021 nelle aree delimitate della Toscana, dove per altro olivo e mandorlo non si connotano come specie in coltura intensiva come nell’area del Viterbese, nessun olivo è stato rilevato infetto dalla subspecie Multiplex ST87, mentre mandorli positivi sono stati rinvenuti tanto nelle zone infette quanto nelle zone cuscinetto''.






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