ANNO 14 n° 118
Sardegna, paga 80 euro
per 4 succhi di frutta:
twitta lo scontrino
e parte la polemica
26/08/2013 - 12:26

Ben 120 euro per quattro succhi di frutta, un bicchiere di vino e un analcolico alla frutta. Lo scontrino, finito su Twitter, ha fatto il giro del web e rilanciato la polemica sui costi delle consumazioni nelle località turistiche italiane. Una polemica partita da Venezia, da un caffè di piazza San Marco dove un gruppo di turisti ha sborsato 100 euro per quattro caffè e tre amari. E tornata a galla, a fine agosto, dopo il tweet di un cliente che a suon di 140 caratteri (più foto dello scontrino) ha «denunciato» i prezzi del Phi Beach, esclusivo locale della Sardegna.

IL TWEET DI BRIATORE - Nella polemica è entrato a gamba tesa anche Flavio Briatore: “Chi fa questi prezzi dovrebbe essere multato, è una vergogna”, ha commentato, sempre su Twitter, rispondendo al tweet di denuncia del giornalista e autore Gabriele Parpiglia con la foto dello scontrino. Scatenando un vespaio: c’è chi se la prende con i commercianti, chi auspica la chiusura del Phi Beach, chi attacca Briatore ed i prezzi del Billionaire (che replica: da noi, al Billio, per un succo paghi 15 euro). In effetti al Phi Beach, scontrino dello scandalo alla mano, si paga «solo» 5 euro in più che al Billionaire: 20 per ogni succo, in tutto 80, che sommati al vino e all’analcolico ordinati dal cliente che ha denunciato i prezzi fanno 120 euro totali.

LA RISPOSTA DEL PHI BEACH - Se l’attacco arriva da Twitter, per difendersi il Phi Beach ha usato Facebook. Nella replica, in un lungo post pubblicato sulla pagina ufficiale del club, si sottolinea che il club ha «ingresso libero e gratuito con consumazione facoltativa», mentre «i prezzi dei drink e del servizio offerto sono regolarmente indicati sulle cocktail list e in linea con i prezzi di mercato di un target elevato». «Ci sorprende abbia destato tanto scalpore uno scontrino da 120 euro corrispondente a 6 consumazioni servite ad un tavolo privé – continua la nota – I nostri clienti sono liberi di consumare al tavolo con servizio dedicato o in qualunque altra parte del locale, senza servizio, ad un prezzo inferiore». Insomma, sembra che la polemica sia chiusa. Almeno fino al prossimo scontrino.

corriere.it




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