ANNO 14 n° 111
''Sanificazioni con metodi e modalitą discutibili''
Confael, ursing Up, C.i.s.a.s. e Ugl sulla Cittadella della Salute
20/02/2021 - 12:42

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo:

Sembra un titolo buttato a caso, ma è quello che accade alla ASL di Viterbo dove, al contrario di ogni altro luogo la sanificazione ambientale viene effettuata con metodi e modalità quantomeno discutibili, se non medioevali.

Alla “Cittadella della Salute”, (la virgolettatura non è casuale), una circolare interna invita tutti i dipendenti a sgomberare il tavolo/scrIvania alla fine del turno lavorativo. in modo da permettere agli addetti alle pulizie di decontaminarlo con uno spruzzino riempito di ipoclorito. Indicazione logica, perché una soluzione di ipoclorito la si può nebulizzare solo su superfici dure e resistenti, ma non sul cartaceo come documenti ecc. Per cui, la documentazione eventualmente contaminata dalle goccioline rilasciate dall’operatore, (probabilmente positivo), sul materiale cartaceo viene riposta in un cassetto per poi tornare al suo posto (sul piano di lavoro), il giorno dopo, e così via. Con la stessa logica, la stanza di un possibile operatore positivizzato al COVID viene svuotata di tutto ciò che potrebbe essere danneggiato, (materiale sicuramente contaminato), che viene momentaneamente accantonato per farvi ritorno subito dopo la decontaminazione delle superfici, fino a un minuto prima protette proprio da quei documenti oramai contaminati.

Non è una storiella allegra ma quello che succede alla ASL dove, al contrario di altre organizzazioni sanitarie e non, dove è consolidato l’uso di nebulizzatori a perossido di idrogeno, la decontaminazione viene fatta con lo “spruzzino e la pezzette”.

Non abbiamo invece notizia della frequenza di pulizia delle superfici di maggior contatto come maniglie delle porte, rubinetterie e pulsantiere. O come vengono trattate le altre superfici in epoca covid, sicuramente sarà tutto documentato negli accordi con la società di pulizie e ci aspettiamo che i Rappresentanti dei LavoratOri per la Sicurezza,, (R.L.S.), vorranno informarci insieme al Servizio di Prevenzione e Protezione, oltre che di quanto richiesto in precedenza, anche di questi aspetti.

Agli ingressi della struttura in argomento, ogni visitatore utente viene monitorato, da operatori, (dipendenti A.S.L.?), il cui unico dispositivo di protezione è una semplice mascherina chirurgica, con un termoscanner manuale dove, durante l’operazione, non viene rispettata la distanza di sicurezza che, nel caso, viene determinata dalla lunghezza del braccio .Ciò, a nostro parere, vengono messi a rischio di contagio sia l’operatore che tutti coloro monitorati per la temperatura corporea, L’acquisto e l’utilizzo di un videototem che abbatterebbe ulteriormente tale rischio, metterebbe in crisi il bilancio della A.S.L.? I Dirigenti dell’Organo di Vigilanza della A.S.L. di Viterbo, Organo giustamente molto attento e scrupoloso nelle verifiche presso altre strutture sanitarie e non, visto che è allocato presso la cittadella della salute, non ha notato nulla che richiedesse provvedimenti o prescrizioni? Oppure tutto avviene nel rispetto delle regole, anche se esistono strumenti che potrebbero notevolmente abbattere i rischi di contagio residui

CONFAEL NURSIG UP C.I.S.A.S. UGL Lazio

 






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