VITERBO – Davanti al giudice ieri mattina, avrebbe detto di averlo trovato a terra. E di essersi addirittura informato - senza successo - su chi fosse il proprietario di quel cellulare caduto e lasciato incustodito. Eppure l’uomo che lo ha visto e inseguito, sarebbe pronto a giurare il contrario: quel ragazzo, un algerino di 30 anni, avrebbe rubato il cellulare ad una signora che, sabato mattina, stava passeggiando nei giardinetti di fronte all’istituto tecnico Leonardo da Vinci e poi si sarebbe dato alla fuga.
Peccato non aver fatto i conti con la reazione immediata e veloce di un passante, che, senza pensarci troppo, si sarebbe lanciato all’inseguimento del ragazzo e lo avrebbe bloccato, chiamando nel frattempo il 113 con il proprio cellulare. All’arrivo della volante della polizia, il ragazzo era fermo, immobile: è stato arrestato con l’accusa di rapina poi riformulata in furto.
Ieri mattina il processo con rito direttissimo di fronte al giudice Giacomo Autizi: dopo la convalida dell’arresto, per il 30enne difeso dall’avvocato Luigi Mancini, non è stata disposta alcuna misura cautelare.
È libero, ma dovrà tornare in aula a metà gennaio del prossimo anno.