ANNO 14 n° 117
Raccolta differenziata, cittadini all'attacco: ''Così è un pasticcio''
11/08/2013 - 04:00

VITERBO – In fondo ai cassonetti c’è un mucchio di lamentele. Indifferenziate, perché hanno tutte lo stesso oggetto: la raccolta differenziata dei rifiuti, che da qualche settimana è stata estesa dal centro storico a diversi quartieri della periferia e che nei prossimi giorni interesserà anche altri borghi del capoluogo. Dopo le rimostranze presentate qualche tempo fa dagli amministratori di condominio, che hanno sollevato dubbi pratici, legali e burocratici per la raccolta nei palazzi con più di quattro inquilini, adesso è la volta dei cittadini stessi. Alcuni dei quali si sono rivolti a Viterbonews24 per manifestare tutto il loro disappunto.

Il fatto è questo. La consegna del materiale per la raccolta (contenitori separati per i vari tipi di rifiuti) ha nascosto una sorpresa sgradita. Il personale di Viterbo Ambiente, che gestisce la cosa per conto del Comune, sta provvedendo a distribuire i cestini, e insieme fa firmare a chi li prende in consegna un documento. Una semplice bolla di scarico? No, a quanto raccontano diversi abitanti: “Si tratta di un vero e proprio contratto di comodato d’uso, con tutti gli oneri civili e penali previsti dalla legge”. E cioè, chi firma quella carta diventa il responsabile a tutti gli effetti della raccolta differenziata per quel palazzo, col rischio di dover pagare eventuali imprecisioni o scorrettezze commesse nel protocollo previsto per la raccolta.

In pratica. Se qualcuno, nello stabile, sbaglia a fare la differenziata, mischiando materiali o non rispettando i giorni di consegna, ecco che il “responsabile” che ha firmato il contratto potrebbe risponderne con ammende o altre sanzioni. Non solo: visto che è stato lui a firmare, a lui dovrebbero toccare gli ingrati compiti di trasportare ogni giorno il contenitore dall’area condominiale fino alla “pubblica via”, oppure di provvedere alla “pulizia e disinfettazione periodica” dei contenitori stessi. Come prevede il regolamento.

Ora, almeno due cose stonano in questa faccenda. Primo, l’aspetto giuridico, che infatti ha spinto molti amministratori di condomini a rifiutare di assumersi queste responsabilità, come invece avrebbe voluto il Comune: “Abbiamo fatto anche una riunione con gli assessori Saraconi e Valeri – spiega un professionista viterbese del ramo – Ci hanno chiesto collaborazione, ma poi ci hanno anche chiesto di firmare…”. Il secondo aspetto è una questione di buonsenso: c’era proprio bisogno di insistere tanto con i cittadini, senza fare troppa chiarezza, per ottenere le loro firme? “Non hanno detto che si trattava di un contratto di comodato d’uso – racconta uno di loro – e molti anziani, spesso gli unici presenti in questi giorni di vacanze, hanno firmato senza sapere quello che comporta”. Perciò diverse persone hanno già incaricato i loro legali di agire per ottenere la risoluzione del contratto.

E restano aperte anche altre questioni. Dai contenitori che non ci sono a quelli che vengono rubati e scambiati (previa rimozione del codice a barre). Alle norme sanitarie di conservazione degli stessi contenitori nell’area condominiale. All’avvio “a sorpresa” della raccolta in alcuni quartieri, come Villanova, dove si doveva cominciare a fine agosto e invece si è partiti il 15 luglio.

Insomma, i viterbesi saranno pure duri da abituarsi alle novità, il Comune ha concesso a parole “massima disponibilità a risolvere ogni problemi”, ma i punti oscuri rimangono. E varrebbe la pena metterci mano.





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