ANNO 14 n° 117
''Progresso e reazione, uno sguardo al manifesto di Ventotene''
Nota di Stefano Signori, Confartigianato
31/08/2015 - 16:44

Dal Presidente Confartigianato Stefano Signori riceviamo e pubblichiamo

Era il 1941 e la seconda guerra mondiale raggiungeva il culmine cruento e terribile quando si fece largo nelle coscienze l’idea di ricostruire un’Europa di pace che sorgesse sulle rovine lasciate dal periodo bellico. In quel periodo il manifesto di Ventotene prendeva forma intorno a quei principi precisi e lucidi che guardavano ad un progetto politico capace di indicare la via d’uscita dalla nebbia della retorica, del colonialismo e della condotta politica del tempo. Correva, dunque, l’anno 1941 quando, con il progetto del manifesto di Ventotene, veniva tracciata la linea di “divisione tra progresso e reazione”, tra coloro che promuovono una lotta politica per la creazione di una “federazione europea” e quanti invece auspicano a valori altri e alti da perseguire all’interno dello stato nazionale, quali giustizia sociale, libertà e democrazia.

Dopo oltre settanta anni da allora, le dinamiche politiche sono ancora determinate e fondate sul potere coercitivo delle armi o su quello finanziario delle lobby economiche speculative – Germania docet. Più e più volte Confartigianato ha denunciato le forti ingerenze delle lobby sul sistema politico, economico e sociale del nostro Paese; interferenze che hanno penalizzato le nostre linee produttività e le nostre esportazioni. Il nazionalismo dilagante è il più potente deterrente alla cultura europea; è un atteggiamento, spesso supportato da giustificazioni valide ma male interpretate, di regressione che chiude al diverso, lo straniero, ed esalta e giustifica l’uso della violenza. Uomini di calibro di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, scrivendo sotto l’influenza di idee innovative, democratiche e riformatrici, hanno delineato le prerogative di un’Europa unita. Oggi, dopo anni di conflitti costellati di successi e sconfitte, una moltitudine di “cittadini” – e non solo coloro che credono nel federalismo europeo – sono giunti ad una conclusione: ci troviamo ad una svolta cruciale. Possiamo ritirarci, incompleti, amputati di tutti quei requisiti necessari ad essere e definirci “europei”, oppure possiamo completarci, unirci in una unità federale, strutturata, indipendente, pacifica, moralmente solidale e rilevante nel contesto geo-politico mondiale.

La nostra associazione, forte di una rappresentanza del mondo imprenditoriale, crede e sostiene la svolta federativa europea: l’opportunità di appartenenza è un’opportunità vera per tutti, non solo per alcuni.






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