ANNO 14 n° 88
Problemi personali
e sul lavoro
dietro il suicidio
del sessantenne
26/10/2013 - 00:27

VITERBO – Non un gesto d’impeto, ma probabilmente pensato e maturato da chissà quanto tempo.

Piero Santori, 60 anni, originario di Orte ma residente in località Paparano, si è tolto la vita poco dopo le 16,30 di ieri pomeriggio lanciandosi dal viadotto sulla statale Umbro-Laziale, all’altezza dei distributori di carburante Ies, nel comprensorio di Vitorchiano. Un volo lungo quasi sessanta metri e uno schianto al suolo violentissimo.

Prima di compiere il gesto estremo, Sartori ha scritto poche righe su un foglietto chiedendo perdono alla moglie e ai due figli (uno dei quali sposato e residente in una casetta adiacente) e spiegando i motivi che lo hanno spinto a farla finita. Il biglietto lo ha lasciato sul parabrezza della sua auto, una Smart; che ha poi posteggiato sul ciglio della carreggiata con le quattro frecce azionate.

Sul luogo della tragedia, oltre agli operatori sanitari del 118, si sono precipitati gli uomini della polizia stradale, i carabinieri di Viterbo e i vigili del fuoco del Comando Garofalo, che hanno recuperato la salma dell’uomo.

E’ in quel biglietto che Santori, che pare avesse qualche problema di natura personale, spiegherebbe le motivazioni per cui si è ucciso. Motivazioni che sarebbero riconducibili a difficoltà economiche e guai sul lavoro. Pare che tra quelle righe se la prendesse con i suoi superiori. Santori era dipendente della Motorizzazione di Viterbo.





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