ANNO 14 n° 117
Prende per il collo la fidanzata e la
schiaffeggia, condannato a 6 mesi
Il ragazzo dovrà risarcire i danni morali e pagare una provvisionale di 3 mila euro
18/02/2017 - 02:00

VITERBO – Prende per il collo la fidanzata e la schiaffeggia in volto in un parcheggio deserto, condannato a sei mesi. È una sentenza di colpevolezza quella che arriva per il giovane Francesco P., che, nel marzo del 2010, convince la ragazza ad incontrarlo in un’area isolata di Valentano per poi aggredirla. Lesioni e percosse che gli costano, oggi, una condanna e il risarcimento danni, nonché al versamento di una provvisionale di 3 mila euro alla donna, costituitasi parte civile.

Ben più numerose, però, le accuse che gli erano state mosse, per le quali ha ottenuto un’assoluzione. Stalking, furto e minaccia. È il 17 marzo 2010, dopo numerose chiamate e messaggi tra i due ragazzi, l’incontro in un parcheggio isolato di Valentano. Da una parte la giovane Arabella I., dall’altra Francesco. L’una intenzionata a chiudere per sempre quella storia, l’altro ossessionato dalla gelosia. Quindi le voci grosse, la litigata, gli insulti e infine l’aggressione.

''Non così brutale come si vuole far credere, però – sottolinea il difensore del ragazzo, Marco Russo – per quelle lesioni, alla donna è stato dato solamente un giorno di prognosi e testimoni hanno giurato di averla vista, quella stessa sera poco dopo al bar, in compagnia di alcuni amici. Non aveva, in faccia, nessuno dei segni di quel ‘’micidiale pestaggio’’, che è venuta a raccontare in aula. Così come la sua vita non ne è stata stravolta.’’.

''A legare i due giovani, una storia durata 6 mesi, fatta di alti e bassi. Di litigate alternate a viaggi di piacere. A sorrisi. Un rapporto burrascoso, durante il quale sono volate da entrambe le parti parole grosse.’’, ha spiegato.

Di tutt’altro avviso il rappresentante della parte civile, l’avvocato Enrico Mezzetti: ‘’Da quell’episodio Arabella è stata profondamente segnata. Il loro era un amore malato, che lei ha tentato di chiudere in tutti i modi, se non fosse stato per il ragazzo. Che ogni giorno tornava a cercarla. Diceva di amarla, ma la sua era solo gelosia ossessiva: vestiva in modo troppo provocante per lui, si comportava in maniera inaccettabile. E quindi la violenza. Inaccettabile e inammissibile.’’.

Per cui, infatti, arriva la condanna.






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