ANNO 14 n° 118
''Premi di risultato, prima di me nessun nucleo di valutazione per assegnarli''
In aula contro l'ex direttore generale Ugo Gigli, l'ex commissario straordinario aziendale
18/09/2019 - 06:39

VITERBO – (b.b.) ''Istituii un nucleo di valutazione che assegnasse i premi di risultato e le retribuzioni personali in base ai meriti e ai reali obiettivi raggiunti''.

A testimoniare in aula contro l’ex direttore generale dell’Ater Ugo Gigli e due sue dipendenti a processo per truffa, abuso d’ufficio, violenza privata e falso, è l'avvocato Pierluigi Bianchi, commissario straordinario dell’azienda in carica tra il 2013 e il 2017.

''Prima del mio arrivo all’intero dell’azienda c’era un metodo differente per riconoscere, assegnare e successivamente liquidare tutti i premi di risultato ai dirigenti e ai dipendenti Ater – ha spiegato – nel dicembre del 2014 ho voluto istituire un nucleo di valutazione che aiutasse ad analizzare in maniera obiettiva tutti i risultati raggiunti dai dirigenti Ater e dai loro dipendenti, legati ad attività straordinarie''.

Un organo di controllo, ''prima inesistente'' come ha sottolineato l’ex commissario generale Bianchi, che andasse a valutare annualmente gli obiettivi perseguiti dai singoli settori aziendali e giustificare quegli aumenti di stipendio che andavano sotto la voce di ''premi di risultato'' e ''retribuzioni personali''. Prima assegnati, secondo l’accusa mossa a Gigli, in maniera ''del tutto arbitraria''.

Secondo la Procura, infatti, l’ex direttore generale, tra il 2010 e il 2014, avrebbe erogato quasi un milione di ''premio risultato'' a sé e altri dipendenti, su presupposti inesistenti, in modo arbitrario e non correlato al merito. Così come, nello stesso periodo avrebbe distribuito illecitamente 46mila euro di presunti ''incentivi'', 31mila a sé e il resto a quattro subordinati.

A processo con Gigli anche due dipendenti, Antonella Zei e Simona Laureti, che falsificando atti lo avrebbero aiutato a rimanere al suo posto di direttore generale più a lungo del dovuto e a modificare la sua posizione all’Inps garantendogli un trattamento di fine rapporto maggiorato a spese dell’Ater.






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