ANNO 14 n° 120
Per riscoprire
il ruolo di Viterbo
nel Rinascimento
Sabato 29 una giornata di studio
27/10/2016 - 13:02

VITERBO – (i.m.) Viterbo non è esclusivamente medievale, Viterbo è anche rinascimentale. E a dimostrarlo non sono soltanto i monumenti architettonici della città, ma soprattutto la storia ecclesiastica del ‘500 che racconta dell’importanza culturale che il capoluogo della Tuscia ricopriva proprio in quel periodo. In occasione dell’anno luterano, indetto da Papa Francesco, ad aprire le danze sarà proprio la città di Viterbo con una giornata di studio dedicata a ''L’Ecclesia Viterbiensis tra Egidio Antonini e il Concilio di Trento''.

Sabato 29 ottobre dalle ore 9, avrà luogo il convegno organizzato dall’associazione ''Egidio 17'' in collaborazione con la Diocesi di Viterbo, il Touring club e Archeoares. ''Questa giornata di studio ha un duplice merito – spiega Don Luigi Fabbri, vicario generale della Diocesi -: porre l’attenzione ad una pagina di storia importante ma dimenticata o sconosciuta ai più, durante la quale il circolo dell’Ecclesia Viterbiensis ha avuto un ruolo fondamentale, e portare alla luce una Viterbo rinascimentale. Sono passati 500 anni dalla riforma luterana e ce ne sono voluti 50 per capire che la chiesa cristiana e quella scismatica dicevano le stesse cose, ma con parole diverse''.

Tanti saranno gli ospiti di eccezione e di importanza a livello nazionale che interverranno durante la giornata di studio. Per dirne alcuni: il docente Heinrich Pfeiffer, il cardinale George Pell, padre Carmine De Filippis e il vescovo di Viterbo Lino Fumagalli.

''Se non trattiamo questo tema perdiamo l’occasione di conoscere la nostra identità – sottolinea Antonio Rocca, promotore dell’iniziativa – soprattutto se si pensa al fondamentale ruolo di Viterbo durante il Rinascimento. I progetti triennali di ‘Egidio 17’ hanno pian pian riscosso successi fino ad un’attenzione mediatica: a fine anno, ad esempio, un’intera puntata di Voyager, su Rai2, sarà dedicata a Viterbo e ai suoi diversi periodi storici. Stiamo mettendo le mani su un patrimonio sommerso e che lancia gridi di dolore vero per essere stato dimenticato''. Sulla stessa linea di Rocca è il pensiero di Vincenzo Ceniti, console Touring club: ''Si tratta di intollerabili trascuratezze e noi, come gruppo che si occupa da sempre della valorizzazione del territorio, non potevamo non accettare l’invito''.

''Conoscere e diffondere un altro pezzo di storia viterbese significa anche dare alla città un’occasione di crescita economica – conclude Giampaolo Serone, presidente di Archeoares -. Il capoluogo della Tuscia potrebbe infatti diventare un polo di attrazione per un turismo nuovo, magari legato a chi conosce o pratica i dettami di Lutero''.







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