ANNO 14 n° 117
Parte il processo
alla farmacia Blasi
L'accusa della procura: ricette false e medicinali senza fustelle
14/01/2017 - 07:50

VITERBO - L'Ordine dei Farmacisti di Viterbo e la Asl saranno parti civili nel processo a carico dei titolari della farmacia Blasi di Bagnaia. A deciderlo, ieri mattina, il giudice monocratico Silvia Mattei, sciogliendo la riserva della scorsa udienza: secondo il tribunale viterbese avrebbero, infatti, subito danni di natura ''qualitativa e quantitativa'' a causa dell'operato degli imputati. 

Alla sbarra, con le accuse di truffa e falsità ideologica, la titolare della farmacia di Bagnaia, Luigia Blasi, e i suoi dipendenti Paolo Chiricozzi, Ersilia Cardani, Linda Ursino e Ezio Falci. Secondo la procura avrebbero compilato ricette false per ricevere i rimborsi da parte della regione, staccando le fustelle (l'adesivo con il codice a barre che identifica ogni singolo farmaco) dalle scatole dei medicinali.  

Rinviati a giudizio nel febbraio del 2015, oggi parte il processo a loro carico, ma non prima di settembre si entrerà nel vivo della questione. Solamente tra qualche mese, infatti, cominceranno a sfilare in aula i primi testimoni del pubblico ministero. Una ventina in tutto, che tenteranno di far luce sui presunti illeciti contestati agli imputati.

La presunta truffa fu scoperta nel settembre 2012 dai carabinieri del Nas che, durante il blitz nella farmacia di Bagnaia trovarono un grosso numero di confezioni di farmaci senza fustelle, che andrebbe staccato solo quando i farmaci vengono consegnati ai pazienti.

Nel caso della farmacia di Bagnaia, invece, le fustelle erano applicate alle ricette per ottenere i rimborsi dal servizio sanitario regionale ma i farmaci restavano a disposizione della farmacia che poteva rivenderli. I Nas scoprirono farmaci senza fustelle per un valore di 70mila euro.






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