ANNO 14 n° 117
Operazione Red Zoll,
chiesta l'associazione
a delinquere
Ieri udienza del Riesame a Roma
19/08/2014 - 11:45

VITERBO – Operazione Red Zoll, la procura ha impugnato l’ordinanza del gip di Viterbo Francesco Rigato e chiesto l’ulteriore accusa dell’associazione a delinquere per i fratelli Marchetti e gli altri indagati nella maxi evasione fiscale scoperta a luglio dalla polizia stradale viterbese. Il pm Fabrizio Tucci, titolare del fascicolo, contesta infatti il rigetto da parte del gip della custodia cautelare per il reato di associazione a delinquere nei confronti dei fratelli Marchetti e dei loro consulenti, i romani Bruno e Luca Giordani, tutti e quattro ai domiciliari per evasione fiscale. Un’ipotesi, questa dell’associazione a delinquere, che il giudice Rigato non aveva contestato agli indagati. Per questo motivo la procura ha presentato il ricorso al tribunale del Riesame e ieri si è svolta l’udienza di fronte ai giudici romani. La decisione del Riesame, che si è riservato, arriverà in una decina di giorni e, se il verdetto dovesse confermare la pesante accusa dell’associazione a delinquere, allora alcuni degli arrestati potrebbero passera dai domiciliari al carcere.

Intanto, dal 21 luglio scorso Catia ed Elio Marchetti, accusati di truffa, frode in commercio, falso e distruzione di documenti contabili, si trovano agli arresti domiciliari. Erano rinchiusi rispettivamente nel penitenziario femminile di Civitavecchia e a Mammagialla dal 2 luglio. I loro avvocati avevano però impugnato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesco Rigato sostenendo che non ci fosse più pericolo di reiterazione del reato e lunedì 21 il Riesame si è pronunciato disponendo la misura alleggerita per entrambi.

Per i consulenti romani Bruno e Luca Giordani, invece, le porte del carcere non si sono mai aperte. Ad entrambi non sono stati contestati reati finanziari, per questo motivo si trovano ai domiciliari dal principio. Nell’ambito dell’operazione Red Zoll, poi, coordinata dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Polstrada nel 2013, sono indagate a piede libero altre otto persone.






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