ANNO 14 n° 89
Oltre 4mila viterbesi
sotto la pioggia
per Beppe Grillo
Folla immensa a piazza Verdi per lo Tsunami Tour del Movimento 5 Stelle
22/02/2013 - 03:29

VITERBO – (roc) Il leader socialista Pietro Nenni, che se ne intendeva, commentando i risultati elettorali conseguiti dal Fronte Popolare nelle elezioni del 1948, pronunciò  la celebre frase: ''Piazze piene, urne vuote''. Ma da allora sono passate intere ere geologiche e potrebbe non essere più così.

A smentire l'ortodossia di Nenni potrebbe essere il Movimento 5 Stelle che ieri sera con Beppe Grillo anche a Viterbo ha portato in piazza del Teatro la bellezza di oltre quattromila persone. Roba mai vista nella città dei Papi per un comizio.

Tanti, tantissimi i giovani, ma non solo loro. Si sono visti signori e signore di mezza età, di età avanzata e in qualche caso intere famiglie. Il tempo non è stato clemente. La pioggia è caduta ininterrotta fino a quando Grillo, con quasi un’ora di ritardo, alle 21,15 ha preso la parola; ma tutti hanno aspettato pazientemente e senza fare un fiato. Quando poi sono stati invitati a chiudere gli ombrelli perché ''chi se ne frega della pioggia'', la folla lo ha seguito.

Anche questo un modo, secondo l’ex comico genovese, di sentirsi comunità. Un po’ come gioire o soffrire tutti insieme.

Comunità, una delle ''parole guerriere'' che Grillo ha pronunciato anche ieri sera nello Tsunami Tour che ha fatto tappa nella Tuscia.

Dal repertorio non sono naturalmente mancate le frasi a effetto sui politici: ''morti che hanno ancora quattro giorni di tempo per arrendersi''.

E loro, i politici, nel linguaggio di Grillo sono sempre gli stessi: il Nano (Berlusconi), Gargamella (Bersani) e Rigor Montis o Padre Merrin (Monti). Poi, a sorpresa, una new entry: l’amministratore delegato del Vaticano (il Papa).

Ma l’attacco più duro l’ex comico lo ha riservato al Presidente della Repubblica, colpevole, secondo Grillo, di aver fatto cadere il silenzio sulla vicenda del Monte dei Paschi di Siena.

L’eloquenza, come sempre, è fluida, colorata, narrativa, con colpi a effetto e colpi bassi. I toni, come sempre, in crescendo perché i temi sono tanti e uno più importante dell’altro. Ma forse anche perché si comincia a sentire il profumo di un risultato storico.

E allora si riparte: ''Vogliamo i nomi di chi ha usufruito dello scudo fiscale. Faremo il politometro per stanare i politici che si sono arricchiti indebitamente e farci restituire tutto. Introdurremo il reddito di cittadinanza triennale di mille euro al mese per chi perde il lavoro. Riformeremo una giustizia che oggi è funzionale solo a chi può permettersi un buon avvocato. Aboliremo Equitalia. Lo ha detto Berlusconi? Ma noi lo faremo davvero. Rifonderemo uno Stato che oggi non c’è più o che, quando c’è, ci stritola''.

Quindi si passa alla cura: ''Copiare come fanno gli altri paesi europei perché – ha spiegato Grillo - dell’Europa ci fanno conoscere solo lo spread e non quanto di buono c’è negli altri Stati della Comunità''.

La folla ride, sorride, annuisce, applaude, incita. E per un po’ smette anche di piovere. Qualcuno prova ad interpretare i ''segni'' e nota con soddisfazione che pioggia vuol dire fortuna e tanta pioggia, come ieri sera, tanta fortuna. Ma poi si verifica un black out sul palco proprio mentre Grillo sta proponendo un referendum per uscire dall’euro. Sarà anche questo un presagio? La domanda resta inevasa con una risata.

Prima di Grillo avevano parlato alcuni esponenti viterbesi del Movimento 5 Stelle, dove si sono appresi i primi punti programmatici per le prossime elezioni comunali: fiere enogastronomiche, incentivazione dei pannelli solari e della differenziata, un teatro tenda stabile, zero cemento e più ristrutturazioni, festival degli artisti di strada. ''Ma il programma – hanno specificato - lo scriveremo insieme ai cittadini, fateci proposte e veniteci a trovare. Ci riuniamo al Borgo di Bagnaia''.

Una signora fa notare a tutti i suoi vicini che così tanta gente si vede solo a Santa Rosa. E’ vero. Un altro signore commenta soddisfatto: ''Lo sapevo che era forte, lo avevo già visto a teatro''. ''Le sembra teatro?'' - le domandano da dietro. Poi la risposta: ''Questa è politica, tesoro''.

Intanto Grillo si avvia alla fine. Ricomincia a piovere e lui taglia corto: ''Ci vediamo in Parlamento''. Neanche fosse la benedizione urbi e orbi, la gente riapre gli ombrelli e scappa, incurante che i rappresentanti del Movimento abbiano ripreso la parola.

Loro continuano a passarsi il microfono ma in dieci minuti la piazza si dilegua. In fondo sono solo ''dipendenti''.






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