ANNO 14 n° 116
Oche a Capodimonte,
tutti contro il trasferimento
Tanti appelli, da Milano a Treviso, per salvaguardare l'habitat naturale dei volatili
18/03/2015 - 02:00

VITERBO – Tutti contro il trasferimento delle oche canadesi che vivono nel lago di Bolsena. La notizia di una prossima deportazione dei volatili in strutture private e zoo ha scatenato una vera e propria mobilitazione: sono arrivate per mail decine e decine di appelli da tutta Italia perché invece di essere private della loro libertà vengano sterilizzate.

Un passo indietro. La soluzione della sterilizzazione è stata proposta dall’Ente Protezione Animali che ha invitato il Comune di Capodimonte e la Provincia di Viterbo a prendere in considerazione questa manovra che, oltre ad essere ''cruelty free'', permetterebbe di mantenere sotto controllo la popolazione delle oche del lago, provocandone una graduale diminuzione, consentendo loro di continuare a vivere in libertà e di evitare quindi il trauma della cattività. Una soluzione valida ma non praticabile per mancanza di fondi ad avviso dell’assessore provinciale Franco Vita che ha sottolineato che la richiesta del trasferimento è partita dal Comune di Marta a causa della presenza massiccia di questi animali, che, oltre a portare infezioni, incidono anche in maniera negativa sull'ecosistema del lago.

Una vicenda, questa del trasferimento delle oche, che, come detto, ha generato una marea di appelli anche da Milano, Padova, Venezia e Vercelli. Tutti pro sterilizzazione e contro il loro allontanamento, non solo perché non è giusto nei confronti degli animali ma anche perché ne vale della bellezza del lago. ''Un gesto sbagliato – scrive Davide Sottili - , avverso alla natura. Le oche sono caratteristiche e possono attirare l’interesse di birdwatcher, quindi turismo''. ''Il fatto che questo animale sia stato introdotto, e che non sia autoctono, non ci autorizza ad eliminarlo ora che si è ambientato – sottolinea Vera Risi -, altrimenti dovremmo farlo anche con il Coregone, che non è delle nostre acque. Fu introdotto nel 1861 dai laghi della Svizzera, ma ormai è diventato orgoglio di questo lago e fonte di guadagno per il settore ittico”. Dello stesso avviso Francesca Mazzara: “Si chiama civiltà, la sterilizzazione e il controllo anagrafico permetterebbero la convivenza con questa specie, ricordiamo che il problema a monte l'ha generato l'uomo, non le oche''.

''Lasciate libere queste oche e sterilizzatele in modo da non far nascere altri animali senza futuro – chiede Melissa dalla provincia di Venezia - Chi siamo noi per decidere la sorte di questi animali? Nessuno. Mi auguro troviate una soluzione alternativa all'imprigionamento di questi esseri viventi condannati alla sofferenza''. Anche per Alessandra Petrini, che scrive da Milano, ''sarebbe più logico e umano lasciare gli animali liberi di vivere nel loro ambiente attuale intervenendo con una campagna di sterilizzazione per limitarne in numero. In questo modo gli animali non verrebbero sottoposti a nessuno stress fisico ed emotivo''. ''E' necessario che i Responsabili dell'Ambiente si indirizzino su una soluzione più rispettosa della natura di questi animali – suggerisce Bruno Montaina che scrive da Conegliano, in provincia di Treviso- , concordando con veterinari, enti privati, associazioni animaliste una diversa modalità di soluzione del problema denunciato''.

Chi in passato ha visitato il lago ha deciso di dire la sua su questa vicenda e aderire a questa forma di protesta contro il trasferimento delle oche. Come Manuela Oliva, secondo cui bisogna sostenere la sterilizzazione ''per amore della vostra terra, in modo che le oche finiscano i loro giorni nel vostro splendido lago, meta di tanti turisti, che come me, non verranno più, sapendo come volete comportarvi con gli animali che lo abitano. Animali, detto per inciso, importati da persone sventate, che, queste sì, dovrebbero pagare per il loro improvvido comportamento. Vi ringrazio e veramente cercate di dare prova di ragionevolezza, ne guadagnerete, almeno in termini di turismo - conclude''. ''Adesso sono le oche canadesi a darvi fastidio – aggiunge Lucia Nadalin di Serravalle Sesia, in provincia di Vercelli - pensare che in altri Paesi ‘sfruttano’ queste occasioni per attirare turisti e amanti della natura. Noi italiani no, sappiamo solo uccidere, catturare e chiudere gli animali senza rispetto per la loro vita. Il lago di Bolsena è un luogo magnifico da visitare, pensate se tutti coloro che credono nel diritto di vita libera di tutti gli animali boicottassero la vostra Provincia o Regione, meglio qualche oca no?''.





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