ANNO 14 n° 118
Montagne di rifiuti a Sant'Angelo
Chiovelli: ''Può una delle zone più belle d'Italia sopportare tal sfregio?''
09/08/2017 - 07:15

Riceviamo e pubblichiamo da Gianluca Chiovelli

VITERBO - Buongiorno, le foto che potete gustare in allegato provengono da S. Angelo, una piccola frazione di circa 150 abitanti del Comune di Viterbo.

Le immagini non hanno bisogno di commenti: infatti si commentano da sole. Questo sfacelo, questa infamia, questo sprezzo di ogni dignità, convivenza umana e civile decoro va avanti ormai da anni.

Taccio delle infrazioni o violazioni a norme, leggi, regolamenti sanitarie quant'altro. A questo punto chi invia una denuncia come questa si sente in dovere di sollecitare amministratori, funzionari, giornalisti; di proporre soluzioni, accorgimenti, scappatoie; di elevare lamentele, urla, richiami all'ordine.

Invece io non farò nulla di tutto questo.

Mi limiterò, invece, a proporre all'intelligenza, alla buona fede, alla sensibilità di amministratori, funzionari comunali, giornalisti e responsabili vari una domanda: è possibile, alle soglie del 2018, sopportare tutto questo?

È possibile che uno dei territori più antichi, belli e incontaminati d'Italia abbia a sopportare uno sfregio di tal fatta?

Non rispondete subito, per carità, pensateci bene. Meditate, all'unisono con un veloce esame di coscienza.

Non voglio mettere certo fretta. Si è aspettato per anni, si può stare ancora qualche giorno con l'amianto, i materassi luridi, le gomme e i sacchetti di spazzatura che colano liquame purulento.

Non voglio mettervi fretta e nemmeno regalare consigli. Non è questa la sede per dare consigli. Il comune di Viterbo, i suoi numerosi funzionari, i giornalisti tutti, sia della carta stampata che del web, sanno benissimo cosa bisogna fare per risolvere questo problema.

Definitivamente. È solo una questione di volontà. Se si vorrà risolverlo lo si risolverà. I mezzi non mancano. Qui non si danno consigli e nemmeno si piange. Piangere non serve a nulla, i consigli non siamo noi a doverli dare. Al massimo si può aspettare: aspettare che tale ferita alla salute, alla bellezza e alla convivenza civile venga risanata, una volta per tutte.

E noi aspettiamo, fiduciosi, poiché sentiamo che la giustizia (quella dei codici e quella delle coscienze) è dalla nostra parte. Nel frattempo cosa possiamo fare? Possiamo inviare nuovamente questa lettera.

Due, cento, mille, diecimila volte se necessario, come fa il protagonista del film Le ali della libertà: egli vuole ottenere qualcosa, si sente nel giusto, e allora insiste, insiste, insiste finché la sua giusta richiesta viene esaudita. Le ali della libertà: un bel film, con Tim Robbins e Morgan Freeman. Se non l'avete mai visto, fatelo. Se l'avete già visto sapete di cosa sto parlando.

E così si farà: questa stessa lettera verrà inviata due volte a settimana finché, come è giusto, quella montagna di spazzatura verrà rimossa: definitivamente (nel senso che verrà reso impossibile il ri-formarsi di una situazione simile). Si è tollerata una montagna di rifiuti nocivi per anni, si potrà, da parte vostra, ben sopportare una montagna di e-mail.

Quando la questione verrà risolta (definitivamente) spediremo la nostra ultima lettera: ricca dei dovuti ringraziamenti agli amministratori, ai funzionari comunali, ai funzionari e impiegati della Viterbo Ambiente, ai giornalisti, ai politici, ai consiglieri e a quant'altri si siano mossi per ottenere un felice esito di questa vicenda. Nell'attesa vi mando i più calorosi saluti






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