ANNO 14 n° 117
Mezzetti minaccia querele ma non smentisce
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16/04/2013 - 13:57

VITERBO - Ecco il testo integrale dell'email inviata da Enrico Mezzetti in replica a ''LE STORIE DI CODADILUPO''  in cui viene ricostruito l'accordo raggiunto al ballottaggio delle comunali del 1995 tra lo stesso Mezzetti, i democristiani poi confuiti nel Ppi e Giuseppe Fioroni.  

Caro codadilupo,

ti comunico che ti querelerò per le infamie che hai scritto sul mio conto.

Un suggerimento: non misurare gli altri con la tua canna. Tu certo sei una persona indipendente, che si assume le sue responsabilità e non scrive al soldo di qualcuno; è per questo che ci metti la faccia e il nome.

Con sincera disistima,

Enrico Mezzetti

La replica di Codadilupo

Caro Enrico Mezzetti,

sono pronto a rispondere in tutte le sedi delle presunte infamie che avrei scritto sul suo conto. E ci metterò la faccia come ho sempre fatto. Noto tuttavia, che al di là della minaccia di querela e degli allusivi doppi sensi Lei non confuta nemmeno una virgola dei fatti da me narrati. Del resto come potrebbe: le pagine dei giornali della primavera 1995 sono piene di articoli sul suo “abbraccio fraterno” con i democristiani, in primo luogo con Giuseppe Fioroni. E sono altrettanto piene di suoi entusiastici virgolettati. E anche di quelli di Ugo Sposetti e compagnia cantando.

La verità, egregio avvocato Mezzetti, è che lei giudica oggi impresentabili e impraticabili coloro che 18 anni fa ha inseguito per farsi appoggiare al ballottaggio delle elezioni comunali in cui era contrapposto a Marcello Meroi. E nessun democristiano, all’epoca, le rinfacciò di aver militato a lungo nel più grande partito conservatore che l’Italia abbia conosciuto dal 1860 in poi, cioè il Pci. Nessuno la respinse per essere un personaggio di primo piano di un partito, sempre il Pci, dapprima appeso ai baffi di Stalin e poi alla pappagorgia di Brežnev. Quella sì roba impresentabile.

Forse, a lei che viene da quella cultura parrà strano, inammissibile, intollerabile che qualcuno ricordi i suoi trascorsi. Capisco che in Unione Sovietica per un fatto del genere mi avrebbero spedito nei gulag a confezionare i cubetti di ghiaccio. Ma che ci vuol fare: è la democrazia, bellezza.

Mi permetta anche di ricordarle che i democristiani che votarono per Lei erano coscienti che il mondo era cambiato e che le idee che vi vedevano contrapposti da decenni andavano a loro volta riviste. Un antico adagio popolare insegna che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Vede, classificare e stigmatizzare le persone per le loro idee, attuali o passate, emana un insopportabile lezzo di giacobinismo e di razzismo politico. Evoca quella presunta ''superiorità morale'' di stampo veterocomunista che non è mai esistita.

Infine, qualche domanda: in virtù di quale divina rivelazione, Lei, che non può certo dirsi un politico di primo pelo, già due volte candidato a sindaco di Viterbo e a un sacco di altre cose, ritiene di avere in bocca il verbo della verità? Perché ritiene di possedere la chiave delle porte del nuovo e bolla tutti gli altri da reduci del passato? Se le sue idee fossero così nuove e avvincenti, come spiega i 1.405 voti, pari al 3,24% ottenuti 5 anni fa da candidato primo cittadino della Sinistra Arcobaleno?

Su una cosa, da Lei usata con maligno doppio senso, ha però ragione: sono una bestia indipendente, che non misura mai gli altri con la propria canna ma con i fatti, verificati e riscontrabili. Se a Lei piacciono i giornali jukebox si rivolga ad altri. Forse conosce già gli indirizzi.

PS: In attesa dei tempi lunghissimi della giustizia, mi dichiaro fin d’ora pronto a un confronto pubblico con Lei. Così ci potremmo guardare negli occhi e argomentare, documenti alla mano, le reciproche posizioni. A Lei la scelta del luogo e dell’arma della singolar tenzone.

Con sincera stima, nonostante tutto

Codadilupo





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