ANNO 14 n° 117
''Meno consumi, meno emissioni''
Il Comune presenta le iniziativa per il piano d'azione per l'energia sostenibile
Produciamo 220mila tonnellate di Co2 l'anno, vanno ridotte del 20 per cento
15/01/2016 - 12:50

VITERBO –Obiettivo: ridurre del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica (Co2), e farlo entro il 2020, che poi è dopodomani, o quasi. Come? Con una serie di azioni mirate, e sensibilizzando e coinvolgendo i cittadini. Questo chiede il Paes – il piano d'azione per l'energia sostenibile – sottoscritto dal Comune di Viterbo con il patto europeo dei sindaci, lo scorso ottobre 2014, con voto unanime del consiglio comunale.

Un percorso che si preannuncia lungo e impegnativo, ma che a Palazzo dei priori sono convinti sia possibile: ''Aderire non era un obbligo, ma una scelta consapevole che abbiamo fatto – dice l'assessore Raffaela Saraconi – Perciò necessita di un impegno comune, ognuno di noi dovrà modificare il suo stile di vita, perché da questo dipende il futuro di questo territorio, la salvaguardia dell'ambiente e il risparmio energetico''.

La buona notizia è che i viterbesi inquinano poco, meno del resto d'Italia: ''Voi, come capoluogo producete circa 220-230mila tonnellate di Co2 l'anno – dice l'ingegner Massimo Brait – La media approssimativa nazionale è di 7 quintali pro capite''. Del resto, qui non ci sono industrie troppoo invasive. E infatti i maggiori fattori di inquinamento e di consumo energetico sono i trasporti, il settore terziario (cioè gli uffici) e quello residenziale. Con un distinguo: il Comune, inteso come amministrazione comunale, inquina e consuma poco, sia per quanto riguarda il parco macchine sia per gli uffici.

''A maggior ragione – dice Saraconi – ridurre i consumi e cambiare le abitudini del sistema comunale può contribuire a migliorare la situazione entro il 2020, ma non può bastare. Serve che tutti siano coinvolti, dai cittadini comuni alle associazioni di categoria''. Intanto, Palazzo dei priori e palazzo del Drago e la scuola Fantappié verranno ottimizzati.

Siamo ancora a livello di indagine, di acquisizione dei dati (dal 2012 in poi): il consumo di ogni settore viene trasformato in emissioni di C02. Quindi si passerà all'informazione, con pieghevoli, manifesti e strategia internet, e ancora all'attuazione delle misure. Infine il monitoraggio, ogni due anni, della situazione. ''L'Unione europea ci chiede azioni specifiche – dice Saraconi -

Unioine europea ci chiude azioni specifiche. L'abbassamento di un grado del riscaldamento, o l'utilizzo di mezzi pubblici può davvero contribuire al cambiamento, a rientrare nei parametri europei, a salvaguardare l'ambiente e, ultimo ma non in ordine di importanza, a farci risparmiare''.






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