ANNO 14 n° 79
Mediatori culturali, accordo Provincia
Azienda sanitaria
Per l'assistenza agli immigrati
05/07/2011 - 11:37

Si chiamano Aoua Ouoguem, Nedir Achmenim, Doinita Dragomir, Kas Zofia e Paola Fanali. Sono cinque mediatori culturali, provenienti tre dalla Provincia di Viterbo e due dalla Ausl di Viterbo, il cui compito è quello di migliorare l’offerta dei servizi a favore dei migranti, in particolare verso le persone con fragilità sociale, con un approccio di stretta compartecipazione tra ospedale e territorio. Un tema, quello dell’accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini immigrati, sempre più di stringente attualità, in considerazione dell’incremento crescente di accessi, anche nelle strutture sanitarie della Tuscia.

Il servizio di mediazione culturale è attivo nel Viterbese già dal mese di maggio grazie a un accordo siglato dalla Ausl di Viterbo e dall’assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Viterbo che consente di dare continuità all’esperienza maturata con il progetto Pass (Progetto per la promozione dell’accesso delle popolazioni immigrate ai servizi socio sanitari e lo sviluppo delle attività di informazione e orientamento socio sanitario). Progetto a cui la Ausl di Viterbo aveva aderito dal febbraio 2009 a ottobre 2010.

L’accordo siglato tra Ausl e Provincia sarà valido fino al 12 febbraio 2012. I cinque mediatori individuati per il progetto saranno a disposizione degli utenti che ne avranno bisogno presso il Distretto 3 dal lunedì al venerdì, tutte le mattine con due rientri pomeridiani il martedì e il giovedì; presso il Consultorio familiare di Viterbo, dal lunedì al mercoledì mattina; presso l’ospedale di Belcolle, il lunedì pomeriggio e dal martedì a giovedì di mattina. Nella struttura ospedaliera della città dei papi, il supporto professionale dei mediatori culturali è particolarmente richiesto nell’unità del Pronto soccorso e nei Poliambulatori, ma anche nell’Spdc, nella Medicina protetta, nella Pediatria e nell’Ostetricia e ginecologia.

Grazie a questa iniziativa, sostenuta e finanziata dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali e realizzata dall’Istituto nazionale salute migranti e povertà - ospedale San Gallicano, era stato possibile registrare circa 1000 contatti, in poco più di quattro mesi di attività di mediazione culturale, presso la Cittadella della salute e l’ospedale di Belcolle. Numeri che avevano manifestato la necessità di trovare le risorse necessarie affinché il servizio potesse continuare ad essere operativo.






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