Riceviamo e pubblichiamo
Le intenzioni di voto esplicitate dal presidente della Provincia di Viterbo nel corso della conferenza stampa del 26 gennaio, lasciano presupporre l’uscita dal Pdl di Marcello Meroi e le conseguenti sue dimissioni dalla presidenza.
Sarebbe, infatti, eticamente riprovevole un diverso comportamento da parte di chiunque, forte dell’appoggio di un partito, conquisti una carica e continui ad esercitarla anche dopo essere uscito da quella forza politica.
No, no, non sarà questo il caso, altrimenti… altrimenti Meroi come Fini?
Per quanto, poi, riguarda l esternazione di Meroi in merito all’assenza di partecipazione alle decisioni di partito, sarebbe opportuno e coerente ricordare il metodo adottato per ratificare a Roma la sua auto-referenziata candidatura alla presidenza della Provincia.
Metodo di cui, all’epoca, Meroi non ebbe a lamentarsi.
Che dire, infine, della autonoma e monocratica decisione di Meroi di sottoscrivere nel 2010, nottetempo, fuori della sede di partito, un accordo con l’Udc, all’insaputa dei componenti il coordinamento provinciale e degli stessi candidati consiglieri alla provincia i quali, nell’occasione, minacciarono di non sottoscrivere l’accettazione della candidatura.
Il pensiero, anzi, i pensieri dell’on.le Meroi fanno venire in mente i versi della Divina Commedia (Paradiso) che così recitano ”Or tu chi se’ che vuo’ veder a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d’una spanna?”
Giulio Marini
Coordinatore provinciale
Maria Gabriela Grassini
Coordinatore Vicario provinciale