ANNO 14 n° 117
Manifestanti a Belcolle: ''Riaprire ospedali e pronto soccorso della provincia''
Iniziativa di Comitato di lotta, Si Cobas e Coordinamento regionale sanitā: ''La salute non č una merce''
29/11/2020 - 08:09

di Massimiliano Vismara

VITERBO - La salute non è una merce, bisogna riaprire ospedali e pronto soccorso per rilanciare una sanità efficiente e gratuita.

Il grido di appello è venuto dai Si. Cobas di Viterbo che insieme al comitato di lotta Viterbo e al comitato regionale sanità ha dato vita ieri mattina alle 12 ad un presidio davanti l’ingresso dell’ospedale Belcolle.

Bandiere e striscioni che hanno accompagnato il volantinaggio che i manifestanti hanno attuato fermando le macchine che entravano ed uscivano nel nosocomio locale.

Nel volantino distribuito si leggeva: ''La salute non è una merce''

''Se prima dall'alto si arrampicavano sugli specchi con la scusa che era tutto nuovo, ora e palese ciò che per noi lo era dall’inizio: la politica, intesa come governo, ma più a fondo come sistema sociale-economico che ne muove le fila, non è in grado di gestire questa situazione”.

Nel documento si parla anche del nosocomio di Montefiascone trasformato in centro cura Covid: ''L'ennesima riprova di tutto ciò e quello che sta accadendo negli ospedali della nostra provincia: se l'ospedale di Montefiascone, cosi come quello di Ronciglione, fossero stati ristrutturati e rimodernati negli anni, se anche solo i loro Pronto Soccorso fossero stati mantenuti aperti e non chiusi solo per una mera questione di numeri, come da tempi non sospetti affermiamo, sicuramente oggi l'ospedale Belcolle non sarebbe cosi congestionato. Stesso discorso vale per il potenziamento dell'ospedale di Civita Castellana e di ogni altra città della provincia''.

E poi ancora: ''Questo correre ai ripari all'ultimo secondo, oltre a palesare incapacità dall'alto, fa riflettere su un dato concreto: i soldi ci sono. Ne sono un esempio le costose convenzioni con strutture private o alberghi per la degenza dei pazienti dimessi dai reparti Covid, ma che ancora non possono tornare a casa, come quella di pochi giorni fa, per la quale la Asl di Viterbo spenderà 652.708 euro per 4 mesi, oppure basti pensare che solo per Ronciglione sono stati stanziati 1.838.000 euro per convertire i Ppi in Casa della Salute, e la conversione avviene non tanto per mancanze strutturali o altro, ma solo ed esclusivamente per il numero di accessi: questo non può essere una discriminante sul numero di vite salvate''.

Nel documento distribuito i manifestanti elencano punto per punto tutto quello che secondo loro non funziona nel sistema nazionale sanitari, infine la soluzione che suggeriscono: ''Ogni centro abitato deve essere adeguatamente fornito di nuclei per gestire emergenze e ricoveri. Propria la mancata capillarità (e qualità) del servizio sanitario è, anche, la causa della crisi sanitaria attuale. Riaprire gli ospedali e i Pronto soccorso''.






Facebook Twitter Rss