ANNO 14 n° 117
Magistrati Onorari: qualcosa si muove
La riforma andrą a regime il prossimo 1 luglio
24/01/2021 - 12:22

VITERBO - Per un refuso, un nostro articolo di giorni fa ha citato l’astensione dei magistrati onorari come quella dei popolari. Tutti sanno che i primi sono giudici a tutti gli effetti nelle loro articolazioni (Giudici onorari di tribunale, Vice procuratori onorari, Giudici di Pace), mentre i secondi, semplici cittadini estratti a sorte, formano i collegi di corte d’assise. I magistrati onorari nel nostro ordinamento sono in misura maggiore i giudici togati, ma pur svolgendo identiche funzioni, hanno regolamentazione diversa rispetto quelli ordinari di carriera sia sul piano economico che normativo e previdenziale.

Infatti, la stragrande maggioranza di giudici onorari dei tribunali italiani ha nella settimana scorsa disertato le udienze creando paralisi dell’apparato giudiziario, già di per se macchina lenta ed ansimante.

Ma cosa vogliono i magistrati onorari.

Da subito la revisione della Legge 28.4.16 n.57 emanata ai tempi del governo Renzi (on.Orlando guardasigilli) che, in nome di una riforma del settore, ha vieppiù penalizzato la condizione di tutte le categorie dai Giudici di pace ai GOT e VPO.

La riforma, per es., ha immediatamente (dal 1.6.16) tagliato un terzo dei componenti per l’introduzione del massimo limite di età utile per conservare l’incarico (68 anni), poi, ha previsto un taglio considerevole sugli emolumenti annuali e sull’impegno settimanale dei giudici (con danno sull’efficienza del servizio) , ma nessuna tutela previdenziale ed assistenziale.

La riforma andrà a regime il prossimo 1 luglio.

Nel frattempo, però, la Corte di giustizia europea con la nota sua Sentenza 16.7.19, ha condannato lo stato italiano per le inadempienze circa il trattamento dei magistrati onorari, che ritenuti indispensabili per il funzionamento della giustizia, sono stati ritenuti solo “sherpa”, però indispensabili ad alleviare i compiti dei giudici togati, ma non altrettanto retribuiti e trattati come si deve a qualunque cittadino lavoratore europeo. Per es. per un imprenditore, tenere lavoratori privi di copertura previdenziale, è reato, per lo stato, no “per legge”.

La nota sentenza di un Tribunale inglese nel marzo 2012 dando ragione al “recorder” (giudice onorario di sua maestà britannica) Dermond O’Brian, proprio citando direttive europee sulla tutela dei lavoratori, fu apripista del problema che ormai in Italia è divenuto insopprimibile.

Anche in Italia nell’ultimo anno Sentenze della sezione lavoro dei nostri Tribunali stanno riconoscendo la validità delle tesi proposte dai ricorrenti forti delle considerazioni espresse dalla succitata Sentenza “madre” della Corte europea.

Un paio di cause di giudici onorari proposte presso il nostro Tribunale sono state sbrigativamente decise per il rigetto delle domande, però, il Tribunale di Napoli Sezione lavoro (R.G. 23450/18 Pezzuti + altri c/ Min.Giustizia sent.26.11.20 giudice Picciotti) e, più recentemente quello di Roma (R.G. 56477/17 Agati + altri c/Pres. cons. ministri, Min. giustizia sent. 13.1.21 giudice Papoff) hanno riconosciuto il diritto dei giudici onorari ad essere indennizzati per il danno che lo stato italiano ha loro provocato. Molti altri processi sono in corso e tanti ne verranno.

Ma, nonostante tutto ciò il ministro Bonafede nella sua prossima relazione alle Camere non fa menda degli errori commessi dalla sua amministrazione negli ultimi trent’anni in materia di magistratura onoraria, anzi si dimostra pertinace nel proseguirli.

Ma si sa. Le riforme della giustizia, non sono frutto di tecnici del ministero, ma dal sindacato delle toghe.






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