ANNO 14 n° 118
L'origine della Macchina
Ricorda il trasporto del corpo di Rosa fino al monastero oggi a lei dedicato
30/08/2012 - 12:54

L'origine della Macchina di Santa Rosa risale al 4 settembre 1258, quando il corpo, trovato incorrotto della giovane Rosa, fu traslato dalla Chiesa in cui era sepolto al Monastero oggi a lei dedicato. Da allora, per ricordare l’importante evento, si volle ripetere quella processione trasportando un'immagine o una statua della Santa su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali.

Il primo bozzetto di cui si hanno notizie è datato 1690, un semplice baldacchino ligneo con in cima la statua della Santa. Mentre è del 1700 la disposizione comunale di costruire una copertura fissa a San Sisto per costruire più agevolmente tutta la struttura. Quel baldacchino, successivamente, subì notevoli cambiamenti, crescendo in altezza, con sempre maggiori decorazioni e candele, divenendo così una vera e propria opera d’arte.

Dal ‘900, con l’introduzione di cartapesta e ferro, la Macchina è arrivata ai giorni nostri con altezze vertiginose, si basti pensare a Volo d’Angeli (1967-78) di Giuseppe Zucchi o Armonia Celeste (1986-90) dell’artista viterbese Roberto Joppolo, che detiene il record di 34 metri per un peso maggiore di 6 tonnellate.

Risale al 1978, invece, la prima Macchina progettata da una donna, Maria Antonietta Palazzotti Valeri che, con la sua “Spirale di Fede”, ebbe l’onore di effettuare due trasporti eccezionali. Il primo a luglio del 1983, per celebrare il 750° anniversario della nascita di Santa Rosa, mentre il secondo, nel maggio dell’anno seguente, coronò la visita a Viterbo di Papa Giovanni Paolo II.

Attualmente, per motivi di sicurezza, il Comune di Viterbo ha vincolato altezza e peso della Macchina a 28 metri e a 5 tonnellate. Canoni a cui corrispondevano “Sinfonia d'archi”, “Tertio millenio adveniente - Una Rosa per il Duemila”, “Ali di Luce” e l’attuale “Fiore del Cielo”.

La scelta del modello della Macchina, che cambia di solito ogni cinque anni, avviene tramite un concorso pubblico bandito dal Comune di Viterbo.






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