ANNO 14 n° 117
Liste d'attesa, istituita unitą di crisi
I dati peggiori nel distretto di Civita. Belcolle: i tempi pił lunghi per gli esami cardiologici. Gastroenterologia: bene Tarquinia e Montefiascone
05/01/2020 - 06:50

VITERBO - Attivata dalla Asl di Viterbo una unità di crisi per ridurre le liste di attesa. Ne fanno parte i massimi vertici della Cittadella della Salute, con in capo il direttore generale Daniela Donetti. L’istituzione di questo organismo è una novità assoluta - finora esisteva solo un osservatorio - ed è prevista nel piano aziendale per il governo delle liste di attesa, approvato il 30 dicembre scorso e valido fino al 2021. L’unità di crisi si riunirà una volta al mese. Avrà il compito di valutare ''l’effettiva realizzazione delle azioni messe in atto'' e di ''individuare eventuali strategia alternative o azioni correttive in caso di inefficacia''.

Obiettivo del piano aziendale per il governo delle liste di attesa è quello ''di garantire ai cittadini il rispetto dei tempi massimi di attesa per almeno il 90 per cento dei primi accessi, secondo il codice di priorità individuato dal medico curante in base alla situazione clinica rilevata''. Il documento fa anche una panoramica della situazione nei tre distretti in cui è suddivisa la provincia: ''distretto A'' (Nord della Tuscia, lago di Bolsena e litorale); ''distretto B'' (Viterbo, una piccola parte dei Cimini e Orte); ''distretto C'' (Civita Castellana, con tutta la zona Sud). Un quadro con luci e ombre, ma in generale secondo la Asl non allarmante se si prende come indicatore indiretto il tasso di ospedalizzazione, un dato che nella Tuscia risulta più basso rispetto alla media regionale o a quello di altre province del Lazio.

La cardiologia, che nella Asl presenta un tasso di copertura della domanda pari all’85 per cento, non lontano quindi dall’obiettivo, nel distretto A raggiunge una copertura media delle domande solo del 73%. Le punte più alte per quanto riguarda gli esami strumentali si registrano ad Acquapendente e Valentano (88%), a Tarquinia (90) e a Bagnoregio (95). Sotto la media, invece, Montefiascone (70) e Marta, con una  ''percentuale molto bassa''. Bene la gastroenterologia, che in questo distretto supera la copertura media della domanda a livello di Asl (81 per cento); la neurologia, ''dove la copertura è pressoché completa fatta eccezione per la sede di Bagnoregio''; e la pneumologia (Acquapendente 95, Tarquinia 100 e Tuscania 97 per cento).

Nel ''distretto B'', la gastroenterologia registra una percentuale per la prima visita pari al 90%, ma la risposta strumentale è al 77, con una percentuale dell’80% per la colonscopia. Per cardiologia e neurologia, ''si registra una copertura pressoché completa''. ''Per la pneumologia – continua il piano aziendale - la risposta appare adeguata in generale ma la prima visita copre solo il 79%. Si registra una copertura del 77 per la spirometria a Belcolle; gli esami strumentali della radiologia registrano una risposta apparentemente adeguata ma con percentuali basse negli esami di area cardiologica: ecocardio (86), eco doppler SA (58), ecodoppler arti inferiori (69), eco addome superiore (73), Tac rachide (67), eco capo (73)''.

Più difficile sembra la situazione nel ''distretto C''. Qui, per la cardiologia, la risposta di copertura delle domande per la prima visita si aggira intorno al 70 per cento in media. ''La risposta strumentale risente di una percentuale bassa negli esami (esempio ecocardio, eco SA) a Ronciglione, Vetralla, Nepi e a Civita Castellana ospedale. Le ecografie rispondono in media per il 40%”, dicesempre la Asl. Gastroenterologia nel complesso fa anche peggio: ''La risposta degli esami strumentali si aggira in media sul 50%''.

Bene, invece, la pneumologia dove ''la risposta è vicina al 95 per cento per la prima visita concentrata su Civita Castellana''. Ma ''la diagnostica a supporto si aggira intorno al 50% di copertura media con assenza a Nepi e Vignanello''. Neurologia, infine, dove, la percentuale di prima visita è vicina al 95%.

Per questo distretto la Asl dichiara che ''i tassi di ospedalizzazione mostrano una buona performance nella presa in carico delel malattie croniche'', ma ''è necessario intervenire per potenziare alcune branche specialistiche''.






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