ANNO 14 n° 117
''L'eroe č colui che dopo la
caduta ha il coraggio di rialzarsi''
E' partito il giro delle sette chiese. A Palazzo dei Papi il ricordo del fermo del '67
03/09/2017 - 15:32

VITERBO -  Facchini di santa Rosa, è il momento del giro delle sette chiese. Mancano poche ore alle 21 di questa sera, al cuore in gola con gli occhi rivolti verso l'alto, alle luci che si spengono, al ''sollevate e fermi'', alla notte di Gloria. Prima però è il tempo delle tradizioni. Non è forse l'attesa del Trasporto la bellezza del Trasporto stesso? I cavalieri della santa, riuniti oggi alle 13 nella sala del conclave di Palazzo dei Papi, sono partiti da Piazza San Lorenzo. Il capofacchino Sandro Rossi e il presidente del sodalizio Massimo Mecarini non hanno mancato di caricare a dovere i loro uomini, i veri protagonisti del 3 settembre. L'evento è stato anche l'occasione per ricordare il 50esimo anniversario di Volo d'Angeli e di quel fermo a via Cavour passato allo storia.

''Questa mattina mi è venuta in mente una frase dell'unico, veramente, che c'entrerebbe poco perché era un poeta maledetto del rock: parlo di Jim Morrison, il cantante dei Doors'' dice a sorpresa Mecarini. ''Una frase bellissima che mi ha fatto pensare a questi ragazzi del '67. 'L'eroe non è chi non cade mai ma chi, dopo la caduta, ha il coraggio di rialzarsi' ''.

Presenti anche alcuni reduci di quel Trasporto che hanno risposto all'invito del Sodalizio. In sala c'è anche Luigi Zucchi, figlio di Giuseppe - ideatore e costruttore di Volo d'Angeli -, che ha raccontato la sua versione dei fatti su quella sera del 3. Mormorii tra i cavalieri della santa.

Tra le autorità, il sindaco Leonardo Michelini, il vescovo Lino Fumagalli, il prefetto Niccolò D'Angelo, il questore Lorenzo Suraci, il comandante dei vigili del fuoco Giuseppe Paduano, il presidente del consiglio comunale Marco Ciorba insieme ad alcuni consiglieri, l'onorevole Mazzoli e i rappresentanti istituzionali delle città di Nola e Palmi della Rete delle Grandi Macchine a Spalla.

''Ho vissuto la Macchina di Santa Rosa da bambino, forse non tutti lo sanno ma sono stato cittadino viterbese dal '68 al '72 - racconta il prefetto di Viterbo Niccolò D'Angelo - Ho visto Volo d'Angeli di Zucchi e mi è rimasta nel cuore. Dovunque sono andato, in giro per l'Italia, ne ho sempre parlato con affetto e questo è un onore a voi per tutto quello che avete costruito in questi decenni. Siamo in un periodo di allerta terrorismo - aggiunge - e quest'anno abbiamo varato delle misure di sicurezza leggermente più rigide. Spero che nessuno ce ne voglia, lo facciamo per il bene di tutti. Non dobbiamo però mai cedere alla paura: questa sera faremo la nostra bella festa e ci godremo la Macchina. Evviva Santa Rosa!''.

''Non dobbiamo perdere l'autenticità della festa - esorta il sindaco Leonardo Michelini -, Santa Rosa è dei viterbesi. Proprio perché è autentica piace così tanto ai turisti ma non è per loro, è per la nostra comunità. È dove noi ci identifichiamo e si esprime veramente la forza della nostra santa. Dove la fatica che voi facchini sopportate durante il Trasporto viene alleggerita dalla fede e dalla presenza della folla che condivide con voi il percorso. Faccio gli auguri ai facchini - conclude il primo cittadino - per l'incessante lavoro che dura 365 giorni l'anno.  È un senso di serietà e di attaccamento che preserva l'autenticità e l'originalità che la festa deve sempre avere''. 

Dopo la foto di rito sui gradini di Palazzo dei Papi, la partenza per il giro delle sette chiese. Il corteo, guidato in testa dalle autorità, ha iniziato la sua marcia verso il santuario di Santa Rosa sulle note de ''La sera del tre...''.

Si inizia da piazza della Morte, dove i facchini renddno omaggio a santa Giacinta Marescotti, il cui corpo mummificato è custodito dalle monache di clausura nel monastero di San Bernardino. Le religiose doneranno ai cavalieri di Rosa le foglie di pungitopo legate alla tradizione della santa.

Seconda tappa a piazza S.Maria Nuova, nell'omonima chiesa romanica del 1100, e poi direzione piazza del Comune con la visita a Sant'Angelo in Spatha.

Da lì, imboccando Corso Italia, una breve fermata a piazza delle Repubblica al monumento dei facchini, opera scultorea del maestro Alessio Paternesi, e poi un ulteriore omaggio, questa volta al Sacrario, al monumento ai Caduti, dove verrà deposta una corona di alloro. Il ''Silenzio'' suonato dal solista della banda musicale vejanese accompagnerà il momento solenne.






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