ANNO 14 n° 79
Le prime 100 maratone di Pino
Grande festa in Comune per Tenti, che ieri ha centrato il prestigioso traguardo
11/04/2016 - 19:10

di Andrea Arena

VITERBO – Prima di entrare c’è la gigantografia da autografare. Coi pennarelli. Avvertenza: ''Firma qui. E non te frega’ il pennarello’’. Perché si sa: il piede sarà pure veloce, ma la mano certe volte di più. Svelto è il passo di Pino Tenti, che qui e oggi festeggia circondato dall’affetto dei suoi cari – la sala d’Ercole è più piena di un consiglio comunale coi comitati per l’acqua pubblica – la centesima maratona corsa in carriera. Che poi è stata quella di ieri, a Roma, 16esima partecipazione alla gara della città eterna, la preferita nel suo curriculum. ''Ma è stato il momento peggiore di tutti – racconta lui, a metà tra l’ironia e la verità – perché mi sono emozionato, e non mi era mai successo. Ho pensato pure di non farcela, di mollarla lì. Al quattordicesimo chilometro la crisi vera, le forze di stomaco, i crampi, chi corre sa quello che voglio dire. Il coraggio per riprendermi, per tagliare il traguardo, me lo hanno dato tutte le persone che credono in me, che erano sul percorso ad applaudirmi e a sostenermi’’. E che oggi sono qui, tutti nessuno escluso.

Tutte le immagini della festa per Pino

Dietro al tavolo istituzionale, col sindaco Michelini, il delegato del Coni Pica, il presidente del Panathlon Palazzetti (avremmo modo di parlarne dopo), il presentatore – impeccabile e preparatissimo come al solito – Mauro Morucci, altre due gigantografie del Tenti, stavolta non graffitabili. Una mentre corre nel deserto, palma sullo sfondo, e una sotto la neve, pettorale numero 397.

Ed eccola, questa storia di fatica partita il 30 novembre del 1992 a Firenze e arrivata fino a ieri, passata dalle corse di mezza Italia e d’Europa, e non solo maratone, ma anche gare al limite della sopportazione umana, come la Marathon de Sables (a proposito di deserto), o il Grand raid Ile de la Reunion, detta anche Diagonale dei Matti, una robetta da chilometri 150. Perciò, fare il calcolo approssimativo 100 maratone uguale 4219.5 chilometri percorsi dal nostro, non vale. E’ un calcolo per difetto, ecco.

Vietato parlare di tempi, comunque, con Tenti. Lui è il capofila di una tribù, di una setta, che corre per correre, non per una sfida contro il cronometro, non per quella dipendenza che a volte può dare la competizione, non è professionismo né fenomenismo. E’ uno stato dell’anima, ecco, la vera essenza dello sport: ''Quello che voglio dirvi non è esprimibile, e perciò non dico niente – fa lui – Mi piacerebbe soltanto estrarre ciò che ho nel cuore e metterlo lì, sul proiettore, affinché tutti possiate vedere, e capire’’. Invece sul proiettore di questo pomeriggio goliardico ma sano appaiono le interviste truccate a Schwazer e Armstrong, gente che non andava a pane e acqua. E sono altre risate. ''Sono sempre stato animato soltanto dalla passione e dalla voglia di accontentare chi credeva in me, chi mi sta vicino, chi mi consente di andare avanti’’. Passo dopo passo.

Qui mezza sala ha iniziato a correre con lui. C’è chi lo chiama ''coach’’ e chi ''maestro’’. Chi, come il presidente Palazzetti, per almeno tre volte lo ribattezza liberamente ''Mauro’’ Tenti, e passi, non stiamo mica parlando di Dorando (Pietri) o Gelindo (Bordin), maratoneti memorabili anche per il nome di battesimo. Ma il numero uno del Panathlon viterbese canna clamorosamente persino una nozione che tutti quelli che hanno qualcosa a che fare con lo sport – anche per sbaglio, anche di striscio – dovrebbe ricordare a memoria: la distanza su cui si corre la regina delle gare. ''QUARANTADUECHILOMETRICENTONOVANTACINQUEMETRI’’, gli suggerisce ad alta voce la platea scandalizzata da tale, clamoroso sacrilegio. E giù, altre risate. Così, mentre scorrono le immagini, suonano le note di Heroes del Gran Duca Bianco, e si consegnano targhe e libri a Pino (il Comune dona un volume sulla Viterbo del Rinascimento. Lui, sciolto: ''Comincio a studiarmi il percorso…''), ecco i Viterbo Runners, che forse un giorno abbastanza vicino, insieme allo stesso Comune e al Coni potrebbero organizzare la prima mezza maratona della città dei papi. E aggiungono, indirizzando sguardo in tralice al sindaco: ''Corriamo tutte le mattine, conosciamo la città palmo a palmo, buca a buca’’. Pure qui ci sarebbe da ridere, se solo non fosse la realtà. E allora alle prossime cento, signor Tenti, per contare i chilometri totali ci sarà tutto il resto della vita. Passo dopo passo.







Facebook Twitter Rss