ANNO 14 n° 110
Lago di Bolsena,
escrementi e concimi
A rilanciare il pericolo, il presidente dell'Associazione Piero Bruni
30/07/2015 - 02:01

BOLSENA - Continua l'allarme inquinamento nelle acque del lago di Bolsena. Il sindaco Paolo Equitani aveva tentato di smorzare la polemica dichiarando: 'La tutela ambientale è fra i nostri punti di forza, l’Arpa Lazio conferma che il nostro lago è balneabile. Di recente c’è stato uno sversamento dall’impianto di depurazione, subito tamponato''.

A rilanciare l'emergenza, dopo alcune contestazioni di Legambiente, è però il presidente dell'Associazione Lago di Bolsena Piero Bruni, che dalle pagine del quotidiano La Repubblica riassume i vari pericoli che corrono i bagnanti.

''La squadra tecnica che ripara i guasti del collettore fognario, anello circumlaquale cui fanno riferimento gli scarichi di molti paesi, fa l’impossibile. Però da Gradoli a Capodimonte il collettore manca e i liquami di abitazioni, camping, ristoranti, finiscono nel bacino. Contro l’Italia è stata avviata una procedura d’infrazione Ue: il lago da due anni è zcs, zona di conservazione speciale. Si attendevano provvedimenti dalla Regione Lazio, che ha partorito solo proposte assurde: sostituire le ancore perché strappano erba dal fondale, migliorare la pesca alla carpa''.

Lo stesso Bruni aveva fatto presente a Bruxelles, lo scorso maggio, che la concentrazione di escrementi, saponi, concimi, creava squilibrio nell’ecosistema. L’eccesso di fosforo-nutrienti (8-10 microgrammi per litro fino a 6 anni fa, arrivati ora a 14.7) moltiplica la presenza di microalghe, generando mancanza di ossigeno e putrefazione dei pesci sul fondale.

''Danni insanabili quali eutrofizzazione e aumento di arsenico potrebbero poi insorgere se lo Stato approvasse un progetto pilota di geotermia a Castel San Giorgio (Terni)'' conclude Bruni, paventando il rischio di un impianto che preleverebbe dal sottosuolo del bacino del Tevere in Umbria fluidi geotermici colmi di arsenico, per poi reimmetterli a pressione, dopo averne sottratto il calore, sotto il fronte laziale dello specchio di Bolsena.

Contro questa concessione, il 19 giugno è stato consegnato al Tar del Lazio il ricorso dei comuni di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Montefiascone, Castel Viscardo, Orvieto, e della provincia di Viterbo.




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