ANNO 14 n° 117
La Tuscia ancora protagonista a Vinitaly
Aziende vitivinicole viterbesi e universitą fra tradizione e qualitą
12/04/2013 - 04:00

di Giovanna Bianconi

VITERBO - La 47esima edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati ha confermato la competitività del vino made in Tuscia.

La nuova assessore all’agricoltura Sonia Ricci ha visitato il padiglione del Lazio dall’intrigante slogan “Passione per la vite” e parlato con i produttori, esprimendo soddisfazione per il loro lavoro e per il sostegno della Camera di Commercio e degli altri enti istituzionali.

L’edizione 2013 ha visto la partecipazione di ben quattordici aziende: Antica Cantina Leonardi di Montefiascone, Falesco di Montefiascone, Ciucci di Orte, Mazziotti di Bolsena, Cantina Sociale di Montefiascone, Cassano di Canepina, Fattoria Madonna delle Macchie di Castiglione in Teverina, Paolo e Noemia d’Amico di Castiglione in Teverina, Sergio Mottura di Civitella d’Agliano, Tenuta Ronci di Nepi, Tenuta S. Isidoro di Tarquinia, Trappolini di Castiglione in Teverina, Trebotti di Castiglione in Teverina e Viticoltori dei Colli Cimini di Vignanello.

Doc e Igt, bianchi e rossi, tradizionali e innovativi, biologici e convenzionali, i vini della Tuscia hanno riscosso il successo che si meritano, anche grazie al giusto rapporto qualità prezzo.

A cinquant’anni dalla legge sulle Doc (Denominazione di origine controllata) che tanto ha contribuito a premiare la qualità dei vini italiani, è bene precisare che attualmente il marchio Tuscia viterbese è esteso a tutti i vini di questo tipo così come a tutte le Igt (Indicazione geografica tipica) presenti nella provincia di Viterbo.

In Italia circa il 50% del Pil prodotto dal settore enologico è dato dalle attività delle cantine sociali, il 27% dalle aziende esclusivamente vinicole (quelle che trasformano uva acquistata da terzi) e il restante 23% è dato dai cosiddetti “artigiani del vino”, ovvero dalle aziende vitivinicole di piccole dimensioni ma spesso di eccellenza.

Nel viterbese sono presenti tutte e tre le categorie, ognuna distinguibile per i suoi prodotti e con una storia da raccontare.

Tra di esse ad esempio la cantina sociale di Montefiascone, nata quasi settanta anni fa raggruppa un migliaio di piccoli produttori di uva coltivata con metodi sia convenzionali che biologici, ed ha un forte impatto sul tessuto economico e sociale dell’area. Il suo presidente, Fabio Brugnoli sostiene con soddisfazione “E’ una della cantine sociali con le tecnologie più avanzate, anche grazie alle collaborazioni con l’Università della Tuscia”.

E in effetti l’ateneo è molto presente nel comparto agroalimentare del territorio viterbese e contribuisce da anni in modo fattivo ad elevare i livelli quantiqualitativi dei prodotti.

A Vinitaly hanno partecipato i professori Fabio Mencarelli e Francesco Canganella, entrambi del Dibaf (Dipartimento per l’innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali). Il primo nell’ambito della sessione “Dal Valpolicella all’Amarone: fattori di produzione e caratteristiche aromatiche dell’uva e del vino” ha  illustrato le sue ricerche sulla modificazione dell’aroma attraverso la gestione dell’appassimento di vino amarone e recioto. Il secondo ha preso parte al convegno “Alimentazione e salute” all’interno di Pastatrend, il Salone internazionale della pasta, con la presentazione “Dieta e microflora intestinale”.

Nel padiglione F riservato a Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie era presente anche It’s Stone dei Fratelli Marmo, impresa del territorio che produce e commercializza accessori ed arredi in pietra per case vinicole e strutture recettive. Giunto al sedicesimo anno Enolitech ha registrato nel 2012 quasi 26.000 visitatori, di cui oltre 4.200 esteri provenienti da 64 Paesi.






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