ANNO 14 n° 117
La palla ovale
piange Altigieri
Si è spento a 66 anni Anacleto, ex pilone azzurro di Oriolo Romano
05/01/2016 - 02:00

di Andrea Arena

ORIOLO ROMANO – A 66 anni (li avrebbe compiuti a luglio) se ne è andato Anacleto Altigieri, nome retrò, musicale, profumo di funghi e colori autunnali come nella sua Oriolo Romano. Anacleto lo chiamavano Cinghia. E vai a capire perché. Magari perché poteva trascinare decine e decine di avversari, quelli che gli si aggrappavano addosso in campo. Macinare metri con peso supplementare: roba eroica.

Erano eroici pure quei tempi, quelli del rugby italiano che tentava coraggiosamente d’uscire dal cono d’ombra che qui gli imponeva il calcio. Cercava il suo spazio, la palla ovale, sgomitando a suon di risultati anche eclatanti. Come quel giorno del 1978 a Rovigo – fatte le dovute proporzioni, come Oriolo un’altra patria di questo nobile sport -, vittoria azzurra sull’Argentina, i Pumas, per 19-6. Anacleto collezionò 27 caps (presenze, per i profani) in Nazionale, 12 le vittorie e dieci anni di militanza. L’esordio cinque anni prima ad Harare, nell’allora Rhodesia (un Paese passato alla storia per le guerre, e per una citazione verdoniana in Troppo Forte), in occasione del tour africano dell’Italia, quando la prima linea azzurra, Altigieri – Paoletti – Bona, fece paura pure alle fortissime selezioni locali, come raccontava ieri Paolo Ricci Bitti su Il Messaggero.

Anacleto partì da Oriolo Romano, da quel campo sacro che è Montevirginio, e poi arrivò alla Union Viterbo, quando ancora Sauro Sorbini era al timone, lui che cercava di educare il pubblico viterbese ai riti e ai rituali così diversi – così nobili – rispetto al becerume pallonaro. Lo faceva, il Pasquino viterbese, attaccando dei manifestini lungo il campo (lo ricorda Massimiliano Mascolo nel suo La Tuscia nello sport), deformazione professionale visto che Sauro era tipografo, e affiggeva per la città anche un altro tipo di manifesti, a tema politico e/o ideologico.

Comunque, Altigieri. Decollò per Roma, e qui divenne grande, lottò per lo scudetto, conquistò la Nazionale. Così lo ha ricordato ieri la Federazione italiana rugby: ''Il presidente federale Alfredo Gavazzi e tutto il Consiglio Federale hanno appreso con grande tristezza della scomparsa di Anacleto Altigieri, Azzurro n. 283, avvenuta improvvisamente oggi nella sua casa di Oriolo Romano, in provincia di Viterbo, all’età di 66 anni.

Dall’esordio ad Harare, contro la Rhodesia, durante il tour sudafricano del 1973 Altigieri aveva collezionato ventisette caps con la maglia dell’Italia formando con Ambrogio Bona – suo compagno di Club e di mischia anche con la maglia della Rugby Roma - una delle più celebri coppie di piloni nella storia azzurra. Alla moglie Giuliana ed ai figli Annibale, Alberto ed Arrigo vanno le più sentite condoglianze della Fir e di tutto il movimento rugbistico italiano''.

Se n’è andato un grande, dello sport e della Tuscia. Ti sia lieve la terra, Cinghia.







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